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Cannabis utile contro la resistenza batterica

Un componente della cannabis rende più efficace l'azione degli antibiotici, limitandone la somministrazione e riducendo la resistenza batterica.

Cannabis utile contro la resistenza batterica

La cannabis potrebbe essere utile contro la resistenza batterica. È quanto svela un nuovo studio, condotto dall’University of Southern Denmark e pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports: il CBD, uno dei componenti della canapa ricreativa, renderebbe i batteri più suscettibili all’azione degli antibiotici. Una scoperta importante, considerando come uno dei problemi emergenti per la sanità mondiale sia proprio la resistenza di sempre più agenti patogeni agli antibiotici, soprattutto in caso di infezioni gravi.

Nello studio, la CBD è stata utilizzata in combinato con la bacitracina, allo scopo di vagliarne gli effetti sullo Staphylococcus aureus. Quest’ultimo è presente soprattutto in ambito ospedaliero e può causare infezioni anche molto gravi, poiché esistono ceppi ormai resistenti a diverse classi di antibiotico.

La ricerca ha però dimostrato come l’associazione con la CBD possa limitare fortemente questa resistenza. È infatti emerso come l’azione combinata impedisca ai batteri di replicarsi normalmente, inoltre verrebbe limitata l’espressione di alcuni geni dello stesso stafilococco.

Lo studio propone quindi di abbinare, dopo la sufficiente ricerca scientifica, la somministrazione di antibiotici alla CBD. Ciò permetterebbe di ridurre il dosaggio dello stesso antibiotico, riducendo quindi il rischio si possano sviluppare delle resistenze. In particolare, l’effetto della CBD sulla replicazione dei batteri si è rivelato fondamentale per contenere le infezioni, anche se sempre in abbinamento ai farmaci più classici. Il fatto che i batteri non riescano a dividersi correttamente, come facile intuire, ne frena sensibilmente la diffusione nell’organismo, preservando anche organi non ancora colpiti dall’infezione in corso. Non resta quindi che proseguire con le ricerche, per scoprire se la somministrazione congiunta con cannabis possa manifestare eventuali effetti collaterali.

Fonte: Science Daily

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