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Auto elettriche, le vecchie batterie alimentano le case

Auto elettriche, le vecchie batterie possono essere utilizzate per alimentare le case: è quanto dimostra un progetto in Nuova Zelanda.

Auto elettriche, le vecchie batterie alimentano le case

Fonte immagine: Relectrify

Auto elettriche, donare una seconda vita alle batterie è possibile. È questo il risultato di un importante progetto realizzato in Nuova Zelanda, dove delle vecchie componenti di varie Nissan Leaf sono state impiegate per alimentare le abitazioni. Il tutto grazie a un innovativo accumulatore che permette di immettere energia direttamente sulla rete di distribuzione.

Il progetto è stato realizzato grazie a una joint venture tra Relectrify, una società specializzata nel recupero di batterie usate, e l’operatore energetico Counties Power. Il sistema verrà impiegato soprattutto nelle aree rurali del Paese, dove al momento non esistono sufficienti sistemi di ridondanza e dove spesso si possono verificare dei blackout.

Dalle auto elettriche alle case

Il sistema elaborato permette di recuperare vecchie batterie di automobili – in questo caso delle Nissan Leaf – per creare un accumulatore particolarmente potente, da 120 kWh. In questo modo, il sistema è in grado di conservare l’energia che riceve direttamente dalla rete – oppure da un impianto fotovoltaico – e di reintrodurla in distribuzione in presenza di blackout o cali di tensione.

Tipicamente le batterie per auto elettriche devono essere sostituite quando perdono il 20% della loro capacità di carica, ovvero quando la loro capacità di accumulare energia non supera l’80% della capienza originaria della componente. Per quanto questa soglia sia fondamentale per garantire un’esperienza di guida priva di brutte sorprese, tali batterie possono ancora consentire molti anni di utilizzo se recuperate per altri scopi.

La soluzione elaborata da Relectrify, ad esempio, è in grado di supportare almeno 3.000 cicli di carica consecutivi per batterie all’80% recuperate dalle automobili. Ancora, dai test condotti l’accumulatore è in grado di generare una potenza di picco tra i 380 e i 415 volt trifasici, quindi più che ideali per l’utilizzo domestico.

La tecnologia sviluppata risponde inoltre a uno dei più importanti problemi della mobilità elettrica, ovvero che fare con le batterie da sostituire, che rappresentano sempre una componente inquinante se stoccata o depositata in discarica. Così facendo se ne prolunga invece il ciclo di vita, il tutto a vantaggio dell’ambiente.

Il sistema è peraltro “plug-and-play” e non richiede nessuna competenza da parte degli utilizzatori finali. Così ha spiegato il CEO dell’azienda, Valentin Muenzel:

Sviluppiamo una tecnologia che rende molto semplice collegare queste batterie di seconda mano, rispetto ad altri approcci più complessi e poo scalabili. Ci focalizziamo su componenti che permettono di prendere le batterie delle auto, collegarle al nostro sistema e utilizzarle immediatamente sulla rete.

Fonte: Renew Economy

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