Bonus mamme lavoratrici: importi e requisiti aggiornati(www.greenstyle.it)
Con l’avvicinarsi della Legge di Bilancio 2026, emergono con chiarezza le priorità del Governo in materia di sostegno alle famiglie.
Nel quadro di una manovra complessiva da 16 miliardi di euro, i provvedimenti dedicati a mamme, famiglie e al taglio dell’Irpef per il ceto medio si confermano al centro dell’agenda politica, con l’obiettivo di promuovere la natalità e la conciliazione tra lavoro e vita privata, mantenendo al contempo l’equilibrio dei conti pubblici.
Tra le misure più significative della prossima Legge di Bilancio, spicca il rafforzamento del bonus mamme lavoratrici, che si trasforma da incentivo simbolico a un sostegno più consistente e strutturale. Attualmente pari a 40 euro al mese, il contributo mensile sarà confermato anche per il 2026, con importanti novità per la platea dei beneficiari.
Secondo il decreto-legge n. 95/2025, il bonus sarà erogato a lavoratrici con almeno due figli, compatibilmente con un reddito annuo da lavoro non superiore a 40.000 euro. Per le madri con due figli è previsto un contributo valido fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo; per quelle con tre o più figli, l’erogazione si estende fino al diciottesimo anno. La misura, esente da imposizione fiscale e contributiva, sarà corrisposta in un’unica soluzione annuale dall’INPS, previa presentazione della richiesta da parte delle interessate.
In parallelo, resta attivo fino al 31 dicembre 2026 l’esonero totale dei contributi previdenziali IVS per le lavoratrici con almeno tre figli e rapporto di lavoro a tempo indeterminato, misura che rappresenta un ulteriore beneficio concreto a sostegno della maternità lavorativa.
L’integrazione e armonizzazione con altre misure come l’Assegno unico universale, i congedi parentali e il bonus nido strutturale – esteso fino a un ISEE di 40.000 euro – costituiscono un pilastro strategico per una politica familiare più organica e duratura, con particolare attenzione alle aree del Sud e alle zone interne del Paese.
Taglio Irpef per il ceto medio: le novità fiscali nella manovra
Il capitolo fiscale della Legge di Bilancio 2026 si concentra principalmente sulla riduzione dell’Irpef per i redditi medi, confermando e ampliando la riforma iniziata nel 2024 con l’accorpamento dei primi due scaglioni. Il Governo ha annunciato l’intenzione di intervenire sul secondo scaglione di reddito, attualmente compreso tra 28.000 e 50.000 euro, con la proposta di estendere la soglia a 60.000 euro e di ridurre l’aliquota dal 35% al 33%.
Secondo le stime, ciò comporterebbe un risparmio annuo tra i 440 e i 660 euro per i contribuenti interessati, con un impatto positivo sui consumi delle famiglie. Tuttavia, il costo stimato per lo Stato è di circa 4 miliardi di euro, che dovranno essere coperti con risorse certe per evitare squilibri di bilancio. Il Ministero dell’Economia attende i dati aggiornati sui conti economici nazionali, fondamentali per definire le coperture definitive e la sostenibilità del provvedimento.
Parallelamente, si discute di una nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, pensata per alleggerire un carico fiscale in sospeso che supera i 1.300 miliardi di euro. Questa sanatoria sarà selettiva, rivolta a specifiche categorie di debitori e limitata per importo, con la possibilità di un saldo e stralcio parziale. L’obiettivo è ridurre il contenzioso e favorire un recupero immediato di liquidità, pur mantenendo criteri più rigorosi per evitare abusi.
Altro tema di rilievo è la possibile revisione del regime forfettario, con un ipotizzato innalzamento della soglia da 85.000 a 100.000 euro. Questa modifica, però, è soggetta all’approvazione dell’Unione Europea, pertanto si attendono ulteriori dettagli e valutazioni.

Nel contesto delle agevolazioni fiscali per il 2026, si conferma l’importanza del bonus elettrodomestici green, misura che sostiene l’acquisto di grandi apparecchi ad alta efficienza energetica prodotti nell’Unione Europea. Il contributo può arrivare fino a un massimo di 200 euro per nucleo familiare con ISEE inferiore a 25.000 euro, mentre per gli altri è previsto un rimborso fino a 100 euro.
Per accedere al bonus, è obbligatoria la rottamazione di un elettrodomestico equivalente di classe energetica inferiore, incentivando così il ricambio tecnologico e la riduzione dei consumi energetici domestici. L’incentivo si applica a frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni elettrici, piani cottura e apparecchi per la ventilazione o il riscaldamento, mentre sono esclusi i piccoli elettrodomestici.
La piattaforma PagoPA, gestita in collaborazione con Invitalia e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, garantirà la trasparenza e la rapidità nel rilascio dei codici e nel rimborso diretto ai rivenditori. La misura, con un plafond di 48 milioni di euro, sarà disponibile fino all’esaurimento dei fondi, presumibilmente a partire dalla fine di ottobre 2025.
