Greenstyle Mobilità ADAS: l’evoluzione in attesa della guida autonoma

ADAS: l’evoluzione in attesa della guida autonoma

Gli ADAS contribuiscono ad aumentare la sicurezza alla guida ma offrono vantaggi anche sul piano della sostenibilità ambientale.

ADAS: l’evoluzione in attesa della guida autonoma

Fonte immagine: iStock

Le auto moderne sono sempre più sicure, ma gli automobilisti continuano ad essere una categoria a rischio per via di un pericolo chiamato distrazione. Smartphone e sistemi d’infotainment sempre più complessi tendono a distogliere l’attenzione dalla strada e sono sufficienti 3 secondi per incorrere in un incidente. Se il futuro è la guida autonoma bisogna considerare il presente, dove continuano ad avanzare gli ADAS, acronimo di Advanced Driver Assistance Systems, ovvero il novero di tutti quei dispositivi che vengono in soccorso al guidatore per evitare un’eventuale collisione.

Gli ADAS sempre più presenti sulle auto moderne

Ebbene, entro il 2022 tutte le auto europee dovrebbero avere di serie il sistema di frenata automatica d’emergenza o il dispositivo per rimanere in corsia. Mancano ancora dei passaggi burocratici, ma la via tracciata è quella della sicurezza attiva.

Nel frattempo, si moltiplicano gli aiuti per i guidatori grazie all’impegno delle case automobilistiche; tra questi il cruise control adattivo è uno dei più validi, soprattutto in abbinamento al cambio automatico, perché consente la ripartenza in autonomia. Ma ci sono anche altri ADAS piuttosto interessanti come il dispositivo che svela la presenza di altri veicoli nell’angolo morto dei retrovisori, o il sistema di riconoscimento dei segnali stradali. Le tecnologie presenti sulle auto continuano ad aumentare, perché l’evoluzione corre veloce, e così diversi costruttori stanno sperimentando soluzioni ancora più rapide ed efficaci. Queste sono improntate anche alla sostenibilità, non a caso gli ausili alla guida contribuiscono ad una condotta più virtuosa in sinergia con i sistemi di bordo. Infatti, la navigazione intelligente consente al cruise control adattivo di gestire l’erogazione in base al percorso, e non è raro nei modelli più recenti trovare nella strumentazione una sorta di coach virtuale per sfruttare al meglio le power unit ibride ed i motori elettrici. Non è un mistero che queste unità, a differenza di quelle termiche, siano più lineari e pronte a bassi regimi, e che i conducenti abbiano necessità di rimodulare le loro abitudini al volante per gestire al meglio l’autonomia delle batterie.

 

SEAT evolve la sicurezza attiva con il progetto Xplora

SEAT ha investito nella ricerca e, tramite il progetto Xplora, a Tel Aviv, sta portando avanti lo sviluppo di nuovi strumenti di supporto per gli automobilisti. Infatti, proprio in collaborazione con la start-up Eyesight Technologies sta sviluppando un sistema di monitoraggio basato sull’Eye Tracking: mediante un algoritmo si tengono sotto controllo il grado di apertura degli occhi, l’inclinazione della testa e l’angolo di visione di chi è alla guida e, in caso di necessità, partono gli avvisi per riportare lo sguardo sulla strada o evitare un pericoloso colpo di sonno. Ma non è tutto, perché questo congegno consente anche di capire se è stata indossata la cintura di sicurezza o se si sta utilizzando lo smartphone durante la guida, insomma è una sorta di spione buono capace di agire in tempo per correggere abitudini sbagliate. Inoltre, le sue funzioni non si limitano qui, perché l’Eye Tracking è capace di riconoscere il conducente e di regolare sedili, temperatura interna e inclinazione dei retrovisori, prima che il veicolo si metta in marcia. Così, si evita di partire per poi dover correggere queste impostazioni una volta in marcia.

L’importanza della luce nell’abitacolo

In marcia anche la luce, quando invade l’abitacolo da certe angolazioni, può essere pericolosa, mentre in altre occasioni il conducente ha bisogno di maggiore visibilità esterna. Per questo SEAT sta lavorando anche con Gauzy al fine di ottenere delle superfici vetrate che possano diventare più scure o trasparenti a seconda delle necessità: in pratica si sfrutta la tecnologia dei cristalli liquidi e degli SPD (Suspended Particle Devices) per cambiare la luminosità dei vetri in pochi istanti.

Insomma, il mondo dell’auto sta cambiando, ma prima che le vetture dialoghino tra loro e possano procedere in autonomia bisogna lavorare soprattutto per evitare gli errori umani che determinano la maggior parte degli incidenti.

In collaborazione con MoDo – Volkswagen Group Italia

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