Val di Zoldo, volpi avvistate nei giardini: residenti preoccupati per la loro salute
Nel cuore delle Dolomiti venete, precisamente a Baròn, frazione del comune di Val di Zoldo in provincia di Belluno, una famiglia di volpi ha attirato l’attenzione dei residenti e dei frequentatori della zona nelle ultime settimane. Nonostante l’arrivo della stagione turistica estiva, queste volpi non solo non si sono ritirate nel bosco, ma si sono avvicinate con crescente fiducia agli ambienti antropizzati, entrando persino nei giardini privati in cerca di rifugio e cibo.
La presenza insolita delle volpi in Val di Zoldo
Le prime apparizioni della famiglia di volpi risalgono alla fine di maggio scorso. I locali avevano inizialmente ipotizzato che l’arrivo dei turisti e il conseguente aumento di attività umane avrebbero spinto gli animali a rifugiarsi nel bosco. Tuttavia, la realtà si è rivelata diversa: tre o quattro esemplari, tra cui una madre con i suoi piccoli, si mostrano ormai disinvolti e si lasciano anche fotografare o filmare senza timore.
Un episodio recente ha suscitato particolare curiosità e un pizzico di preoccupazione: durante un temporale, la famiglia di volpi ha trovato riparo sotto l’ombra di un albero in un giardino privato di Baròn. La vicinanza con gli esseri umani è tale da far emergere interrogativi sullo stato di salute degli animali. Testimonianze raccolte sul posto descrivono i cuccioli e la madre come di piccola taglia e visibilmente magri, circostanza che ha fatto sospettare la possibile presenza di malattie. A complicare il quadro, qualche settimana fa un esemplare è stato ritrovato morto e rimosso secondo il protocollo sanitario previsto, con successiva disinfestazione dell’area.
Comportamento e motivazioni della presenza urbana
Nonostante il rumore e il movimento generati dall’aumento dei turisti in montagna, le volpi continuano a mostrarsi senza alcuna preferenza temporale, spuntando sia di giorno che di sera nei giardini e nei prati di Baròn. Una delle spiegazioni più accreditate fra gli esperti e gli abitanti è che gli animali scendano in paese alla ricerca di cibo, che potrebbero reperire nei rifiuti o grazie alla generosità di alcuni abitanti che li nutrono. Questa abitudine alimentare ha contribuito a ridurre la loro naturale diffidenza nei confronti dell’uomo, rendendole più confidenti e meno timorose.
La presenza costante di queste volpi, che di norma sono animali molto riservati e schivi, rappresenta un fenomeno curioso soprattutto per il periodo: questo è il primo anno in cui si osservano questi animali così a lungo durante l’estate, quasi alla fine di luglio. Inoltre, una delle femmine è stata vista anche con una preda in bocca, segno che continuano a mantenere comportamenti selvatici pur avvicinandosi agli insediamenti umani.
Il contesto ambientale e antropico di Val di Zoldo
Val di Zoldo è un comune di montagna situato nella provincia di Belluno, Regione Veneto, noto per essere una delle porte d’accesso principali al comprensorio sciistico Ski Civetta. Il territorio, che si estende per oltre 140 km², è caratterizzato da un ambiente naturale di grande pregio, inserito nel cuore delle Dolomiti di Zoldo, patrimonio UNESCO dal 2009.
La posizione geografica, tra i massicci del Pelmo e del Civetta, offre paesaggi mozzafiato ed è attraversata dal torrente Maè e dai suoi affluenti. La popolazione, che conta poco meno di 3.000 abitanti, vive principalmente nei piccoli nuclei abitati sparsi lungo la valle, con una forte tradizione legata all’agricoltura, all’artigianato e al turismo montano.
Il comune è relativamente giovane, essendo stato istituito nel 2016 dalla fusione dei precedenti comuni di Forno di Zoldo e Zoldo Alto. La storia millenaria del territorio è documentata da numerosi edifici storici e chiese, che testimoniano il radicamento culturale della comunità zoldana.
Implicazioni e riflessioni sulla convivenza tra uomo e fauna selvatica
La crescente confidenza delle volpi con gli ambienti antropizzati di Baròn rappresenta un esempio emblematico delle dinamiche sempre più frequenti di convivenza tra uomo e fauna selvatica nelle aree di montagna. Il fenomeno è alimentato da una serie di fattori, tra cui la ricerca di cibo più accessibile e la riduzione del loro naturale habitat a causa dell’espansione umana e dei cambiamenti climatici che influenzano gli ecosistemi montani.
Gli esperti invitano a mantenere una certa prudenza nel rapporto con gli animali selvatici, evitando di alimentarli direttamente per non alterare i loro comportamenti naturali e per prevenire eventuali rischi sanitari. Nel caso specifico della Val di Zoldo, si attendono ulteriori studi da parte di biologi e zoologi per comprendere meglio lo stato di salute delle volpi e le motivazioni precise della loro permanenza prolungata nei pressi degli insediamenti umani.
Il fenomeno, oltre a suscitare interesse naturalistico, richiama anche l’attenzione sulla necessità di una gestione consapevole e sostenibile dei territori montani, dove la protezione della biodiversità deve essere armonizzata con le attività umane e il turismo, sempre più presente in questa regione alpina.
