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Di cosa è fatta la seta vegana?

Seta di bambù, di tencel, di cotone e poi? La seta vegana è un tessuto sostenibile, cruelty free e senz'altro da preferire alla seta pura, in quanto non causa sofferenza o morte per nessun animale. Ma quali sono le alternative alla seta più ecologiche ed etiche?

Di cosa è fatta la seta vegana?

Fonte immagine: Pixabay

La seta vegana sta prendendo sempre più piede in molti Paesi del mondo, Italia inclusa. Questo materiale, completamente cruelty free, garantisce infatti lo stesso comfort della classica seta di origine animale, senza però causare alcun tipo di sofferenza a nessun essere vivente.

La seta, lo sappiamo bene, è un materiale in grado di donare una sensazione estremamente piacevole al tatto. Si tratta di un tessuto leggero, fresco, delicato, ed è spesso considerato sinonimo di lusso e di eleganza, tanto da essere impiegato nella realizzazione di capi e tessili molto costosi.

Ma sai come viene effettivamente prodotta la seta? E perché chi tutela i diritti degli animali chiede di trovare delle alternative cruelty free per sostituire questo antichissimo e prezioso tessuto?

Com’è prodotta la seta?

bachi da seta
Fonte: iStock

Proprio come molti altri materiali (si pensi ad esempio alla pelle e alle pellicce), anche la seta è il frutto della sofferenza di animali indifesi. In questo specifico caso, il tessuto è ricavato dall’uccisione dei bachi da seta, ed è per questo motivo che tante persone – vegane e non – scelgono di non utilizzare abiti e tessuti realizzati con questo particolare materiale.

Sebbene si tratti di un tessuto “naturale”, dunque, la seta è tutt’altro che cruelty free o sostenibile.

Per ottenere questa fibra, i bozzoli dei bachi vengono congelati, uccisi con il gas o con il vapore, o più spesso vengono gettati vivi nell’acqua bollente, in modo da uccidere i bruchi che si trovano al loro interno, e che aspettano invano di poter diventare delle farfalle.

In media vengono uccisi circa 6600 bachi da seta per ottenere solo un chilo di seta: un meccanismo crudele per ottenere un tessuto che potrebbe essere sostituito benissimo da alternative altrettanto valide e ben più etiche. Peraltro, l’allevamento e l’uccisione dei bachi da seta, insieme alle tecniche di lavorazione del tessuto, comportano un altissimo impatto sull’ambiente, e ciò contribuisce a rendere la seta un materiale tutt’altro che sostenibile.

Ma dunque, cosa usare al posto della seta? La quantità di tessuti alternativi alla seta di origine animale è pressoché infinita. Vi sono molte versioni vegan ed eco-friendly tra cui scegliere. Vediamo quali sono le più apprezzate.

Seta vegana: le alternative etiche e cruelty free

stoffe
Fonte: Pixabay

Sapere come vengono uccisi i bachi da seta (semplicemente per soddisfare un nostro capriccio), non può lasciarci indifferenti. La buona notizia è che esistono alternative cruelty free, 100% vegetali e biodegradabili per sostituire questo tessuto.

La seta vegana offre le medesime caratteristiche di quella pura, è leggera e piacevole al tatto, traspirante, fresca e spesso è anche più economica rispetto al tessuto tradizionale.

Tra i tipi di seta vegana più apprezzati vi sono:

  1. Seta di pino ed eucalipto, ricavata dalla lavorazione della polpa di legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile.
  2. Seta di cotone, ottenuta dai filamenti di cotone. Questa fibra vegetale ha un aspetto lucido, è biodegradabile ed estremamente leggera. Solitamente viene impiegata per realizzare cuscini, lenzuola e federe in seta vegana.
  3. Seta di bambù: esteticamente molto simile alla seta, è un tessuto resistente e versatile. La seta di bambù è ricavata dalla lavorazione della cellulosa essiccata della pianta.
  4. Seta di cactus, anche detta seta Sabra, d’agave e di aloe: dalla tessitura di piante grasse si ricava una seta vegana impiegata soprattutto in Marocco per la realizzazione di tessili, tappeti e altri accessori.
  5. Seta di banana e ananas: come tanti altri tessuti sostenibili, anche la seta può essere ricavata dagli scarti, dal gambo o dalle foglie di piante da frutto come l’ananas o la banana.
  6. Tencel o lyocell: questa fibra è ottenuta dalla lavorazione della cellulosa ricavata dagli alberi di eucalipto e ridotta in pezzetti di piccole dimensioni.

Fatta qualche rara eccezione, queste fibre sono solitamente meno costose rispetto alla seta pura, e sono decisamente più ecologiche, rispettose degli animali, sostenibili e cruelty free. Un’ottima alternativa a un tessuto che arreca sofferenza e dolore ingiustificati.

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