Controlli fiscali nel triennio 2024-2026: chi sarà coinvolto e su quali aspetti(www.greenstyle.it)
L’Agenzia delle Entrate ha delineato il nuovo anti-evasione fiscale per il triennio 2024-2026, che prevede un’intensa attività di controlli.
Il piano si basa su una strategia che combina l’incrocio di dati, l’uso di tecnologie avanzate e un approccio collaborativo con i contribuenti, volto a garantire trasparenza e correttezza nei rapporti con il Fisco.
L’Agenzia delle Entrate ha annunciato che nei prossimi anni effettuerà almeno 320.000 controlli sostanziali all’anno, coinvolgendo contribuenti soggetti a imposte dirette, IVA, tasse di registro e bonus fiscali. L’attività di controllo si baserà su una selezione preventiva più accurata delle posizioni a rischio, con l’obiettivo di aumentare l’efficacia degli accertamenti.
I contribuenti sottoposti a verifiche saranno individuati attraverso un sofisticato processo di incrocio delle banche dati, tra cui l’anagrafe tributaria, le informazioni su conti correnti e carte di credito, e i dati della fatturazione elettronica. Questi ultimi, in particolare, rappresentano una fonte fondamentale per analizzare i comportamenti fiscali e identificare le anomalie.
Particolare attenzione sarà dedicata alle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro: il 93% delle posizioni coinvolte nello scambio internazionale di informazioni sarà sottoposto a controlli approfonditi, in linea con le direttive OCSE per contrastare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili verso giurisdizioni a fiscalità privilegiata (BEPS).
Un altro settore sotto la lente dell’Agenzia sarà quello dei bonus edilizi, dove si prevede di verificare preventivamente l’82% delle comunicazioni di cessione del credito e di sconto in fattura, con l’obiettivo di aumentare questa quota all’87% negli anni successivi. Questa misura è necessaria dopo il rilevamento di numerose irregolarità e frodi, soprattutto legate al Superbonus, che hanno raggiunto cifre ingenti secondo i dati della Guardia di Finanza.
Approccio collaborativo e tecnologie avanzate per la compliance fiscale
Il nuovo piano enfatizza un approccio basato sul contraddittorio preventivo con il contribuente, che sarà coinvolto nelle fasi istruttorie degli accertamenti prima dell’emissione degli atti. Questa modalità mira a rendere il rapporto tra Fisco e cittadini più trasparente e collaborativo, permettendo al contribuente di fornire chiarimenti e documenti utili a evitare contestazioni inutili.
Per migliorare la selezione delle posizioni a rischio, l’Agenzia utilizzerà algoritmi sofisticati e sistemi di intelligenza artificiale per analizzare i dati provenienti da diverse fonti, riducendo al minimo i falsi positivi (richieste di versamenti non dovuti) che saranno mantenuti sotto il 5%. Inoltre, saranno inviate circa 3,01 milioni di lettere di compliance, che rappresentano una sorta di avviso bonario per segnalare agli interessati errori o omissioni nelle dichiarazioni, invitandoli a regolarizzare spontaneamente la propria posizione.
Il piano include anche un rafforzamento delle misure per prevenire abusi e frodi nel settore dei bonus edilizi, con controlli più stringenti sulle comunicazioni relative alla cessione del credito e agli sconti in fattura, in collaborazione con la Guardia di Finanza.

La Legge di Bilancio 2024, approvata definitivamente a fine dicembre 2023, ha stanziato circa 28 miliardi di euro per finanziare una serie di interventi che influenzano anche la politica fiscale e i controlli dell’Agenzia delle Entrate.
Tra le misure più rilevanti si segnalano:
- Il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro, con una riduzione contributiva che favorisce lavoratori dipendenti e autonomi.
- La riforma delle aliquote IRPEF, che passeranno da quattro a tre scaglioni, con un’aliquota unica al 23% fino a 28.000 euro di reddito.
- L’incremento delle risorse per la sanità, la pubblica amministrazione e le famiglie, con particolare attenzione a misure di sostegno alla natalità e al welfare.
- Incentivi per le imprese, tra cui maggiori deduzioni per assunzioni a tempo indeterminato e crediti d’imposta per investimenti nelle aree del Mezzogiorno.
- Proroghe e revisioni degli strumenti di anticipo pensionistico e misure per il lavoro, con detassazione di premi produttività e fringe benefit.
Sul fronte fiscale, spiccano la conferma della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con elevato fatturato, l’introduzione di agevolazioni per il reshoring e per i lavoratori impatriati, nonché norme più rigorose per la cedolare secca sugli affitti brevi.
