Le condizioni di salute che mettono a rischio la patente di guida (www.greenstyle.it)
La patente di guida è un documento fondamentale per la mobilità, ma il suo rilascio e rinnovo sono subordinati a rigorosi controlli.
Diverse patologie possono compromettere la sicurezza alla guida e, di conseguenza, comportare la perdita o la limitazione della patente stessa. Una corretta valutazione medica è essenziale per tutelare sia il conducente sia la collettività.
La normativa italiana stabilisce che chi è affetto da determinate malattie, soprattutto se tali condizioni possono influire sulla capacità di controllo del veicolo, può andare incontro al ritiro, al non rinnovo o a limitazioni temporanee della patente. Non si tratta di misure punitive, ma di provvedimenti necessari per prevenire incidenti e garantire la sicurezza stradale.
Tra le patologie più rilevanti che possono incidere sull’idoneità alla guida vi sono le malattie cardiovascolari, il diabete mellito, le malattie neurologiche, le sindrome da apnee ostruttive nel sonno e le condizioni legate a tossicodipendenza o all’assunzione di farmaci che compromettono la vigilanza.
Le forze dell’ordine hanno la facoltà di ritirare la patente e segnalare alla Motorizzazione civile per la revisione in caso di incidenti o situazioni di pericolo legate a malori alla guida.
Malattie cardiovascolari e guida: quali sono i rischi e le restrizioni
Le malattie cardiovascolari rappresentano un gruppo di patologie che coinvolgono cuore e vasi sanguigni e costituiscono la principale causa di mortalità a livello mondiale. Tra queste si annoverano l’infarto, l’ictus, l’insufficienza cardiaca, le valvulopatie e le cardiomiopatie. La loro gravità e imprevedibilità possono influenzare significativamente la capacità di guida.
La legge prevede che in presenza di condizioni quali:
- impianto di defibrillatore cardiovascolare (soprattutto per patenti di categoria superiore),
- aneurisma dell’aorta con rischio elevato di rottura improvvisa,
- insufficienza cardiaca di classe avanzata (III e IV della classificazione NYHA),
- valvulopatie gravi,
- cardiomiopatie associate a sincope o fattori di rischio importanti,
- sindrome del QT lungo con episodi di sincope,
- sindrome di Brugada con eventi cardiaci gravi,
la patente possa essere sospesa o non rinnovata. In tutti gli altri casi, la valutazione è personalizzata e dipende dalla storia clinica e dal giudizio dello specialista, con eventuale rilascio della patente a tempo determinato per consentire controlli periodici.
Secondo i dati aggiornati, le malattie cardiovascolari sono responsabili di circa il 32% delle morti a livello globale, con una diffusione che interessa soprattutto le persone anziane ma anche una quota significativa di individui in età lavorativa. Fattori modificabili quali fumo, ipertensione, diabete, obesità e sedentarietà aumentano il rischio e di conseguenza incidono indirettamente anche sulle condizioni di guida.

Il diabete mellito può compromettere la capacità di guida in particolare per il rischio di ipoglicemie improvvise, che possono causare perdita di coscienza o alterazione dello stato di vigilanza. La normativa vieta il rinnovo della patente se si sono verificati episodi di ipoglicemia grave e ricorrente nell’ultimo anno e fissa un periodo di sospensione di almeno tre mesi dopo l’ultimo episodio ipoglicemico.
Il conducente diabetico che mantiene un buon controllo della glicemia e non ha avuto episodi di ipoglicemia nell’ultimo anno può invece conservare la patente, anche se con una validità temporale ridotta per permettere un monitoraggio accurato. Inoltre, il diabete può influire indirettamente sulla guida in presenza di complicanze che coinvolgono la vista o la mobilità.
Malattie neurologiche e altre condizioni influenti sulla guida
Le malattie neurologiche non rappresentano un ostacolo automatico al rilascio o rinnovo della patente. La valutazione dipende dallo stato clinico del paziente e dalla sua capacità di controllo, vigilanza e mobilità. Ad esempio, per i soggetti con epilessia, è necessario che non abbiano avuto crisi da almeno cinque anni o che siano considerati clinicamente guariti, con valutazione specialistica e autorizzazione della commissione medica.
La sindrome da apnee ostruttive nel sonno (OSAS) è un’altra condizione che può compromettere la sicurezza alla guida a causa della sonnolenza diurna e della ridotta attenzione. Nei casi più gravi, la patente può essere limitata o sospesa, mentre in presenza di adeguato controllo clinico può essere concessa con condizioni particolari.
