Pensioni, i vantaggi spiegati dal Caf: non li conosce nessuno ma sono un toccasana -greenstyle.it
Nel panorama delle pensioni italiane, emergono importanti novità che riguardano tre particolari vantaggi poco conosciuti ma di grande rilevanza.
I Caf hanno recentemente fornito indicazioni dettagliate su come sfruttare al meglio queste opportunità, in grado di migliorare sensibilmente l’importo dell’assegno pensionistico. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e le continue riforme previdenziali, molti lavoratori si interrogano sulle strategie più convenienti per andare in pensione.
La consapevolezza di questi vantaggi potrebbe, infatti, influenzare la scelta di anticipare o posticipare il ritiro dal lavoro, con riflessi diretti sul reddito da pensione. Informarsi sulle novità normative, conoscere le diverse opzioni disponibili e comprendere gli effetti economici delle scelte previdenziali permette ai lavoratori di prendere decisioni più consapevoli, difendere il proprio potere d’acquisto e costruire una pensione sostenibile nel lungo periodo.
Rimanere al lavoro oltre l’età pensionabile conviene?
Il primo e forse più importante vantaggio riguarda il prolungamento dell’attività lavorativa anche di soli 12 mesi dopo aver raggiunto l’età pensionabile. I Caf sottolineano come questo piccolo sacrificio possa tradursi in un aumento significativo dell’assegno mensile. La ragione risiede nel meccanismo di calcolo della pensione basato sul montante contributivo, ovvero la somma dei contributi versati durante la carriera lavorativa, e sul coefficiente di trasformazione.

Più si rimane a lavorare e più si accumulano contributi, ma soprattutto più si va avanti con l’età, più il coefficiente di trasformazione aumenta, migliorando così il valore finale della pensione. In termini pratici, un anno in più di contributi può significare un incremento di 150-200 euro al mese sull’assegno. Il vantaggio è particolarmente evidente per chi percepisce uno stipendio medio-alto, poiché i contributi versati mensilmente sono proporzionali al reddito.
Il secondo aspetto da considerare è proprio l’importanza del coefficiente di trasformazione, che varia in base all’età di pensionamento. Questo coefficiente rappresenta il tasso con cui il montante contributivo accumulato viene convertito in pensione annua.
Andare in pensione più tardi, dunque, non solo permette di accumulare più contributi, ma fa aumentare il coefficiente applicato, producendo un effetto moltiplicatore sull’importo finale. Tale meccanismo è stato confermato e aggiornato dalle normative vigenti nel 2025, che puntano a incentivare il posticipo del pensionamento per garantire una maggiore sostenibilità del sistema previdenziale nazionale.
Per valutare con precisione l’impatto di questa scelta, è fondamentale rivolgersi a un Caf, che può effettuare simulazioni personalizzate basate sulla carriera contributiva del singolo lavoratore. Questi calcoli sono indispensabili per capire se conviene prolungare l’attività lavorativa o procedere con il pensionamento non appena si raggiunge l’età minima.
