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Orto sinergico: guida alle consociazioni migliori

Quella dell'orto sinergico è una disciplina nata in Giappone, basata sul rispetto dei ritmi e delle esigenze naturali delle piante da coltivare. Proprio per questa ragione, nell'orto sinergico l'intervento umano è ridotto al minimo, mentre si incentivano i legami fra specie diverse e le simbiosi che possono favorire la crescita delle piante. A questo scopo, vengono impiegate diverse consociazioni di ortaggi e verdure, noti per migliorare la fertilità del terreno quando coltivati insieme.

Orto sinergico: guida alle consociazioni migliori

Fonte immagine: Pixabay

Quello dell’orto sinergico è un metodo di coltivazione che sta conquistando sempre più appassionati di autoproduzione, basato soprattutto sulla consociazione delle pietanze. Ma quali sono le migliori? È questa la domanda che lecitamente sorge a chi si avvicina a questo modalità di autoproduzione, una disciplina che rispetta i naturali ritmi fisiologici della terra e ne stimola la sua fertilità.

Chiamato anche “agricoltura del non fare”, l’orto sinergico favorisce la crescita naturale di verdure e ortaggi, limitando il più possibile l’intervento umano, affinché non ne vengano sconvolti i ritmi e le difese previste proprio dalla natura. Proprio per questo, si rendono utili le consociazioni di diverse pietanze, affinché possano aiutarsi a vicenda nella crescita e, al contempo, mantenere una buona fertilità del suolo. Di seguito, qualche informazione utile.

L’orto sinergico in pillole

Pomodori e cetriolo nell'orto sinergico
Fonte: Pixabay

Abbiamo già parlato in un precedente aggiornamento dell’orto sinergico, una disciplina di coltivazione basata sul pieno rispetto dei ritmi e delle esigenze naturali di sviluppo delle piante. Vale però la pena ricordarne i concetti di base, per comprendere perché le consociazioni di varietà diverse siano tanto importanti.

Ideato in Giappone grazie al lavoro del biologo Masanobu Fukuoka, e poi adattato negli anni ’80 alle esigenze di coltivazione moderne attraverso la divulgazione della coltivatrice spagnola Emilia Hazelip, l’orto sinergico si basa sul rapporto sinergico che si viene a sviluppare fra piante fra di loro anche molto diverse. Come accennato in apertura, si tratta di un’agricoltura “del non fare”, dove l’intervento umano è limitato al minimo per non alterare i ritmi e i cicli tipici della natura. Per questa ragione, per l’orto sinergico:

  • non si lavora il terreno, fatta eccezione della semina, per non danneggiare gli equilibri e i microorganismi che lo caratterizzano;
  • non si usano concimi e fertilizzanti, l’aumento della fertilità del terreno avviene proprio con la consociazione degli ortaggi;
  • non si eliminano i resti delle piante concimate, perché la decomposizione naturale offre numerose sostanze nutritive al suolo;
  • non si potano né cimano le piante;
  • non si utilizzano pesticidi chimici e altre sostanze di sintesi per eliminare insetti e parassiti, bensì si incentiva la lotta biologica con specie utili, come ad esempio le coccinelle.

Orto sinergico: il concetto delle consociazioni

Come già accennato, per l’orto sinergico è fondamentale incentivare e proteggere le sinergie che si possono instaurare tra varietà di piante fra loro anche molto diverse. Proprio poiché specie differenti possono aiutarsi reciprocamente per il loro sviluppo e per garantire la salubrità del terreno, è nata una lunga lista di possibili consociazioni: in altre parole, la coltivazione abbinata di pietanze di cui è noto un rapporto signofico.

Ma quali sono i vantaggi garantiti dalla consociazione? Questa pratica offre numerosi benefici, sia in termini di crescita di ortaggi e verdure che di mantenimento e fertilizzazione del terreno:

  • le radici delle piante creano dei legami simbiotici con diversi microorganismi, batteri e funghi. Ciò facilita la decomposizione dei residui organici delle piante, l’ossigenazione del terreno e la distribuzione delle sostanze nutritive nel suolo stesso. In altre parole, dove viene a crearsi una simbiosi il terreno è più fertile;
  • l’orto sinergico mira a ricreare un vero e proprio habitat naturale, non modificato dall’uomo, dove possa realizzarsi un equilibrio tra piante, funghi, batteri, insetti e animali selvatici. Un circolo virtuoso dove ogni elemento apporta risorse all’intero ecosistema, rafforzandolo e rendendolo più resistente agli attacchi esterni.

Orto sinergico: guida alle migliori consociazioni

Carote e porri nell'orto sinergico
Fonte: Pixabay

Spiegati i concetti di base dell’orto sinergico, l’importanza di un ridotto intervento umano e la centralità delle simbiosi naturali, quali sono le migliori consociazioni di piante, ortaggi e verdure? Su questo fronte, non si può dire esista una scienza esatta su quali specie vegetali consociare, più delle valutazioni basate sull’esperienza: proprio per questo motivo, si potranno trovare dei pareri discordanti o delle indicazioni molto diverse, a seconda dei successi ottenuti dai singoli coltivatori.

In linea generale, le consociazioni più comuni e considerate efficaci sono:

  • Aglio, cipolle, scalogno e carote;
  • Lattuga, porri, rape, piselli, cavoli, finocchi, fragole;
  • Aglio, erba cipollina, porro e fragole;
  • Melanzane, carote, porro e aglio;
  • Fagiolini, fagioli, cornetti, cavoli e cetrioli;
  • Mais, zucca e fagiolini;
  • Sedano e cavoli;
  • Ravanelli, lattuga e indivia;
  • Barbabietole, cipolle, fagiolini e aglio;
  • Zucchine, lattuga e ravanelli;
  • Patate, carote e finocchi;
  • Pomodori, erba cipollina e rucola.

Naturalmente, nulla vieta di sperimentare in base ai successi di coltivazione ottenuti direttamente sul campo, per trovare nuovi legami simbiotici fra le diverse specie coltivabili.

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