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Orchidea: coltivazione, cura, benefici e usi

Tutto quello che c’è da sapere per coltivare e curare l’orchidea, scoprendone i benefici e gli usi in ambito cosmetico e salutistico.

Orchidea: coltivazione, cura, benefici e usi

Fonte immagine: Pixabay

L’orchidea è uno dei fiori più apprezzati e regalati, soprattutto in virtù del suo aspetto particolarmente scenografico e delle colorazioni molto intense. Il termine orchidea è usato in modo generico per raggruppare tutte le piante della famiglia delle Orchidaceae, appartenenti all’ordine Asparagales e composta da oltre 800 generi e quasi 30 mila specie differenti.

Il nome orchidea deriva dal greco e fa riferimento alla parola “orchis”, i testicoli maschili la cui forma veniva assimilata a quella dei tubercoli alla base di questo tipo di piante. Non è un caso che prima i Greci e poi i romani, usassero le radici della pianta come afrodisiaco. Proprio la forma radicale così simile alle zone intime maschili, lasciava pensare che consumarla avesse benefici tonificanti.

Ma pare che la storia di questi fiori sia più antica dell’epoca greco-romana e le origini datate all’era mesozoica, quindi all’incirca 250 milioni di anni fa. Anche se la prima menzione documentata alle orchidee si trova in un testo di Teofrasto, uno studente di Aristotele, del 300 avanti Cristo.

Fu poi Dioscoride, botanico e medico greco, che le identificò chiaramente per la prima volta come orchidee nel I secolo d.C., nel suo iconico De Materia Medica, un erbario rimasto in voga fino al Medioevo.

In Asia, pare che persino Confucio ne fosse stregato, tanto che si dice tenesse le orchidee nelle sue stanze, dedicando persino una poesia al loro profumo inebriante.

Orchidea: caratteristiche botaniche

Orchidea

Le orchidee sono piante endemiche delle zone tropicali e temperate, tuttavia più di cento specie crescono spontaneamente anche nelle aree del Mediterraneo. Sono caratterizzate da foglie carnose allungate di forma ovale, con il potere di assorbire i liquidi e da steli lunghi fino a quindici centimetri, in grado di sostenere ciascuno anche dieci fiori.

Questi ultimi, in particolare, possono avere dimensioni e colorazioni differenti, raggiungendo un diametro che può estendersi anche fino a dieci centimetri. Anche le forme dei fiori possono essere molto diverse, generalmente caratterizzate da tre sepali nella parte superiore e da tre petali nella zona inferiore.

Le tonalità dei fiori possono essere molto intense, virando dal bianco al blu passando per il rosa, il giallo, il viola e l’arancio, presentando spesso striature originali. Le radici sono visibili e si ricoprono di un film protettivo biancastro, detto velamen, con la funzione di trattenere l’acqua grazie alla presenza di una membrana spugnosa.

Come coltivare le orchidee

Orchidee Phalaenopsis

Le prime cose da sapere

La famiglia delle orchidee, come detto, vanta al suo interno oltre 880 tipi diversi (chiamati generi) e oltre 22.000 specie. Questi numeri sono destinati a crescere, per via degli incroci tra specie diverse, rendendo le orchidee la più grande e diversificata delle famiglie di piante da fiore.

La maggior parte delle orchidee sono piante tropicali che vivono come epifite o piante aeree, appese agli alberi come supporto. Alcune orchidee sono litofite o piante rocciose, che crescono invece sopra o tra le rocce. Le restanti orchidee sono terrestri e crescono nei detriti argillosi del suolo della giungla.

Con una famiglia di piante così diversificata è difficile fornire linee guida generali sulla cura delle orchidee. Tuttavia, gli esemplari che possiamo trovare dai fioristi e nei vivai locali, sono decisamente pochi. Il che rende più semplice dare indicazioni universali su cura e coltivazione.

Le domande frequenti sulle orchidee

Devo tenere l’orchidea in casa? È necessario cambiare la posizione a seconda della stagione? Queste sono alcune delle domande più comuni tra gli appassionati di queste piante, note per la loro capacità di durare a lungo nel tempo. Rispettando alcune regole, infatti, è possibile mantenerle sane e rigogliose sia all’interno sia all’esterno.

In casa, ad esempio, è fondamentale evitare di sistemarle in un ambiente molto secco, mentre per quanto riguarda le orchidee da esterno è importante tenerle al riparo dalle correnti e dalle intemperie, optando per una zona riparata e prestando attenzione a non lasciarle in zone dove i raggi solari sono diretti.

La scelta del vaso

Scegliere il supporto giusto per le orchidee in vaso è il primo passo da compiere per preservarne la salute, infatti il corretto sviluppo dell’apparato radicolare favorisce la crescita regolare della pianta.

Il vaso deve essere alto e forato in modo da consentire il drenaggio, dotato di sottovaso dove collocare uno strato di ghiaia o argilla espansa in modo da mantenere la corretta percentuale di umidità. Un consiglio utile per monitorare la salute delle radici è sistemare le orchidee in vasi trasparenti.

I vasi di plastica trasparente rendono facile vedere le radici e quando innaffiare. Il terriccio diventa scuro quando è bagnato e si schiarisce gradualmente man mano che si asciuga. Tali supporti consentono anche un po’ di fotosintesi e, a differenza del coccio, i vasi di plastica sono facili da pulire, disinfettare e riutilizzare.

La fioritura

La maggior parte delle orchidee fiorisce una volta all’anno, ma alcune, in condizioni ottimali, possono fiorire più spesso. Se vuoi un’orchidea che fiorisca durante una particolare stagione, la soluzione migliore è acquistare una pianta che è in fiore in quel momento. Quando un’orchidea fiorisce, di solito rimane in fiore per 6-10 settimane.

Le orchidee potrebbero avere difficoltà a fiorire se terreno, luce e temperatura non sono ottimali per loro. Per questo, quando si acquista un esemplare, è importante informarsi sulle necessità specifiche per la cura.

In più, tutte, risentono del rinvaso e di solito non fioriscono per almeno un anno dopo essere state disturbate. Se possibile, acquista le tue orchidee in vaso, piuttosto che a radice nuda. E per favorire la fioritura, come detto, informati sui bisogni dell’esemplare che hai in casa per garantirle una lunga vita.

Le radici

In molti si domandano perché le orchidee abbiano le radici fuori, in realtà non tutte le hanno, ma è il caso delle epifite, come la Phalaenopsis. Le radici aeree sono normali in questa e in altre orchidee epifite. Si tratta infatti di esemplari che crescono su altre piante, in genere un albero in una foresta pluviale tropicale.

A differenza delle orchidee terrestri che radicano nella terra, le orchidee epifite crescono sopra il suolo, usando le loro radici per attaccarsi ai rami degli alberi. Le piante che crescono in questo modo cercano di raggiungere la luce indiretta che filtra attraverso la chioma frondosa.

Come prendersi cura delle radici aeree

Se le radici aeree dell’orchidea sono sode e bianche, sono sane e se le esamini da vicino, noterai che sono ricoperte da un materiale spugnoso. Questo non solo aiuta a mantenere la pianta attaccata alla corteccia degli alberi, ma aiuta anche l’assorbimento dei nutrienti.

Si tratta di tessuto epidurale spugnoso, chiamato velamen e aiuta le radici dell’orchidea ad assorbire acqua e azoto dall’aria. Fornisce anche la viscosità che consente alle orchidee epifite di aggrapparsi ai rami degli alberi. Quando le radici dell’orchidea Phalaenopsis sono sane, il velamen è bianco argenteo, rotondo e carnoso.

Non dovresti assolutamente rimuovere le radici aeree sane, perché ci sono buone probabilità che tu possa danneggiare la pianta. Nelle case con bassa umidità, le radici aeree possono ingiallire e avvizzire. In questo caso, attendi che l’ orchidea smetta di fiorire , quindi usa un coltello o delle forbici sterili per tagliare le radici avvizzite.

Se le radici avvizziscono o scoloriscono, è anche possibile che sia necessario rinvasare la pianta in un supporto più grande.

Come curare l’orchidea in casa

Terriccio

La scelta del terriccio gioca un ruolo determinante per la cura delle orchidee, che hanno bisogno di un habitat particolare per svilupparsi in salute. È importante valutarlo in base alla specie di orchidea che si desidera coltivare, tuttavia un terriccio leggero, grossolano ma ben drenato a base di corteccia di pino o abete e torba, ad esempio, è in grado di sostenere bene la crescita sia delle piante terrestri sia delle varietà epifite, vale a dire capaci di fissarsi agli alberi come supporto.

Concime

Le orchidee non hanno bisogno di molto concime. Nel periodo della fioritura, tuttavia, è utile concimare ogni dieci o quindici giorni per favorire uno sviluppo ottimale.

Chi si chiede come coltivare le orchidee senza utilizzare fertilizzanti artificiali, può ricorrere ad alcuni concimi naturali altrettanto efficaci. Un esempio è dato dai gusci d’uovo, molto ricchi di minerali preziosi e facilissimo da preparare: è sufficiente adoperare dei frammenti di guscio d’uovo e spargerli sul terriccio.

Temperatura

La temperatura ideale per il benessere delle orchidee dovrebbe replicare quella del loro habitat naturale, caldo e umido. È per questo che crescono rigogliose anche in appartamento, dove si raggiungono facilmente i 22 gradi anche in inverno. Se collocate all’esterno, in balcone o in giardino, è importante scegliere una zona ombreggiata senza tuttavia temere l’estrema calura.

Illuminazione

Le orchidee hanno bisogno di molta luce, tuttavia come anticipato sopra i raggi del sole non devono mai essere diretti. Se sono coltivate in casa, quindi, va bene sistemarle vicino alla finestra ma riparate da una tenda, al fine di evitare danni alle foglie e ai fiori.

Annaffiatura

Come capire quando innaffiare l’orchidea? L’apporto d’acqua deve essere regolare, ma non eccessivo, soprattutto tenendo conto della stagione. Durante i mesi caldi, ad esempio, è possibile annaffiare le orchidee una volta alla settimana, verificando che il substrato sia sempre umido e mai secco.

In inverno, invece, è possibile dilazionare ulteriormente le annaffiature fino a due volte al mese. Le specie che sono dotate di foglie particolarmente carnose e succulente, inoltre, hanno bisogno di un maggiore quantitativo di liquidi.

Rinvaso e trapianto

È necessario rinvasare le orchidee al termine del periodo della fioritura, quando la pianta è nella fase di riposo vegetativo. Questa operazione dovrebbe essere eseguita a cadenza biennale, avendo cura di sostituire il substrato per consentire la giusta ossigenazione alle radici.

Se le piante sono coltivate in giardino, può essere necessario trapiantare l’orchidea se si nota una fioritura scarsa o se ci si accorge che in una data posizione è particolarmente esposta alle intemperie.

Malattie e parassiti

Le piante di orchidee sono soggette all’attacco di alcuni parassiti, come gli afidi, le cocciniglie e gli acari. Tra le malattie, la micosi è abbastanza comune e causata da un’eccessiva umidità o da un substrato non idoneo. In casi come questi è necessario eliminare le parti danneggiate ed utilizzare degli antiparassitari.

Cura orchidee: problemi più comuni

Come curare l’orchidea? Seguire le indicazioni date sopra è certamente indispensabile, tuttavia capita spesso di notare dei cambiamenti che possono rappresentare una spia di problemi più o meno gravi. Quando cadono i fiori e le orchidee appaiono sfiorite è utile ad esempio proseguire con le concimazioni per fornire nutrimento alle radici. Anche recidere o accorciare lo stelo favorisce la crescita di nuovi fiori.

Se l’orchidea ha i fiori appassiti, infine, può essere utile immergere il vaso in acqua per circa mezzora una volta alla settimana. Un altro problema da affrontare è dato dalla polvere che si deposita sulla superficie delle foglie: utilizzare dei prodotti lucidanti è sempre sconsigliato, meglio passare delicatamente un panno morbido e leggermente inumidito sul fogliame.

Orchidea selvatica: non la classica pianta da appartamento

Si identifica spesso l’orchidea selvatica come la versione da esterno della classica orchidea da appartamento ma, come vedremo, le cose sono un pochino più complesse. Quando si fa riferimento alle specie selvatiche, anche dette orchidee native, si parla di esemplari autoctoni cresciuti in una particolare area o habitat senza alcun aiuto da parte degli esseri umani.

Tali orchidee dipendono da relazioni complesse e simbiotiche con gli elementi che si trovano naturalmente nel luogo di origine, che forniscono i nutrienti di cui hanno bisogno per germogliare e svilupparsi. Persino i botanici sono in parte in dubbio sul funzionamento di tali relazioni simbiotiche o di quali funghi siano coinvolti per specifiche specie di orchidee.

Ma ciò che è sicuro è che le orchidee selvatiche crescono in aree con una grande diversità e abbondanza di funghi, nonché in microclimi specifici. Questo spiega perché siano notoriamente difficili da coltivare anche per esperti giardinieri con serre professionali. Sebbene alcuni esemplari siano disponibili alla vendita, la cura delle piante diventa difficile e molte di queste tendono ad avere vite molto brevi.

Da sapere, poi, che molte di queste piante selvatiche sono considerate protette e non commerciabili, come la famosa orchidea fantasma, o Dendrophylax Lindenii. Il suo luogo di origine è la Florida, ma un paio di esemplari sono stati ritrovati anni fa anche in Italia, nel Parco del Gargano e in quello della Sila.

La rara orchidea fantasma però, come altre orchidee selvatiche, è intoccabile e tutelata dalla Cities, la rigida Convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna a rischio estinzione. In generale, divieto di raccolta e commercio o no, le varietà selvagge andrebbero sempre lasciate dove sono. Sia per rispetto della biodiversità del luogo in cui crescono, sia perché quasi certamente non avrebbero vita lunga nei nostri giardini.

Orchidee più facili da coltivare

La varietà di orchidee che è possibile coltivare, lasciando le varietà selvatiche al loro posto, è molto ampia. Tuttavia alcune tipologie sono considerate più facili da curare e da gestire, senza necessariamente richiedere uno spiccato pollice verde.

  • Phalaenopsis: senza dubbio la varietà più comune, necessita di poche cure e garantisce fioriture molto lunghe;
  • Cattleya: è possibile trovarla in diverse dimensioni e cresce rigogliosa purché le sia garantito un terriccio ad hoc;
  • Cymbidium: non ama il caldo e preferisce i luoghi freschi lontano da una fonte di luce diretta;
  • Dendrobium: molto appariscente, è detta anche orchidea bambù.

Orchidea: proprietà e benefici

Le orchidee si caratterizzano anche per alcune proprietà cosmetiche e purificanti. Sono piante in grado di purificare l’aria e di assorbire le sostanze potenzialmente nocive sprigionate da alcuni materiali di uso comune nell’arredamento e nei comuni detergenti e prodotti di pulizia, come la formaldeide e lo xilene. Per quanto riguarda i benefici in ambito cosmetico, l’orchidea è utilizzata sotto forma di estratto e di olio essenziale.

Estratto di orchidea

L’estratto di orchidea è un ingrediente presente in molti prodotti cosmetici, infatti è ricco di minerali come lo zinco e il magnesio, ma anche di sostanze addolcenti che hanno un effetto emolliente sulla pelle. Usato nella preparazione di una crema idratante per il viso, ad esempio, aiuta a combattere l’invecchiamento cutaneo.

Olio essenziale di orchidea

L’olio essenziale di orchidea si caratterizza per la capacità di lenire le irritazioni e contrastare gli inestetismi causati dalla perdita di elasticità della pelle. È anche in grado di migliorare le difese immunitarie dell’epidermide.

Orchidea: il significato

Le orchidee, come abbiamo detto sopra, sono associate alla virilità e alla sessualità, per via del loro apparato radicale. Queste associazioni, insieme al loro aspetto esotico, le hanno per secoli legate all’amore, alla fertilità e all’eleganza in varie culture e periodi di tempo. Ma vediamo qualche curiosità su queste splendide piante.

  • Uno dei principali generi di orchidee è il Paphiopedilum. Il nome deriva dalla parola “Paphos” che è il nome del tempio dove veniva adorata la dea greca dell’amore, Afrodite.
  • Nell’antica Grecia si credeva che i genitori potessero scegliere il sesso del proprio figlio mangiando i tuberi dell’orchidea. Se il padre mangiava tuberi densi e più carnosi, il bambino sarebbe stato maschio. Se la madre avesse consumato tuberi più piccoli e sottili, avrebbe avuto una femmina.
  • Gli aztechi mescolavano comunemente la vaniglia, che è un tipo di orchidea, con il cioccolato per creare un elisir che portava potenza e forza.
  • Durante l’età vittoriana, le orchidee si trovavano solo ai tropici ed erano estremamente rare. Pertanto, i vittoriani raccoglievano orchidee esotiche in segno di lusso e gusto raffinato. Quando venivano regalate, più erano rare, più profondo era il sentimento di amore o passione per il ricevente.
  • In Cina, le orchidee sono considerate emblemi di integrità, eleganza e amicizia.

I colori delle orchidee

Sebbene le orchidee abbiano la reputazione di essere simboli di fertilità ed eleganza, orchidee di diversi colori hanno una vasta gamma di simbolismi e significati.

  • Bianco – Le orchidee bianche simboleggiano l’innocenza e la purezza, così come l’eleganza e la riverenza.
  • Rosa – Le orchidee rosa simboleggiano femminilità, grazia e gioia.
  • Giallo – Le orchidee gialle simboleggiano l’amicizia e i nuovi inizi. Sono usate come regalo per celebrare un traguardo.
  • Viola – Le orchidee viola simboleggiano regalità e ammirazione e sono tradizionalmente date in segno di rispetto.
  • Arancio – Le orchidee arancioni simboleggiano orgoglio, entusiasmo e audacia.

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