Secondo Altroconsumo è questa la migliore marca di olio extravergine d'oliva - Greenstyle.it
Secondo Altroconsumo questa è la migliora marca in assoluto di olio extravergine d’oliva, si trova nei supermercati e costa pochissimo.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Olivo, che quest’anno si celebra eccezionalmente il 23 settembre in concomitanza con la riunione del Consiglio dei Membri del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), torna l’attenzione sull’importanza culturale ed economica dell’olivo e dell’olio extravergine di oliva.
Istituita dall’UNESCO nel 2019 su iniziativa di Libano e Tunisia, questa giornata mira a valorizzare l’olivo come simbolo universale di pace, saggezza e armonia, oltre a sottolinearne il ruolo cruciale nella sostenibilità ambientale e nella lotta ai cambiamenti climatici.
L’eccellenza italiana nell’extravergine secondo Altroconsumo
Nel panorama degli oli extravergini italiani più apprezzati per qualità e prezzo competitivo spicca una classifica stilata da Altroconsumo nel 2021 che ha evidenziato alcune eccellenze italiane facilmente reperibili sul mercato. Al primo posto si posiziona Monini Bios, un olio biologico che coniuga qualità elevata a un costo contenuto. Seguono “Clemente” al secondo posto e “Carapelli Bio” al terzo, entrambi riconosciuti per le loro caratteristiche organolettiche distintive.
La top ten prosegue con prodotti come Podere del Conte 100% italiano biologico, disponibile presso i punti vendita Eurospin; “Carapelli Il Frantoio”, noto per la sua tradizione; due varianti firmate Desantis (“Desantis 100% italiano” e “Desantis Classico”), oltre agli oli bio di catene distributive come Conad Verso Natura Bio. Chiudono la lista i marchi storici De Cecco Classico e Caparelli Oro Verde. Questa selezione rappresenta non solo una guida affidabile per i consumatori attenti alla qualità ma anche un indicatore della vitalità produttiva italiana nel settore oleario. Nonostante le eccellenze qualitative riconosciute sul piano nazionale ed internazionale, la stagione olearia italiana del 2023 presenta alcune criticità rilevanti.
Secondo gli ultimi dati forniti da Frantoio Italia tramite ICQRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi), le scorte di olio d’oliva italiano registrate a fine ottobre sono state poco superiori alle 37 mila tonnellate, mostrando un incremento modesto rispetto al mese precedente (+7 mila tonnellate). Questo dato appare particolarmente basso se confrontato con lo stesso periodo dello scorso anno quando le giacenze avevano raggiunto quota superiore alle 90 mila tonnellate grazie ad un aumento netto di circa 70 mila unità.
Il rallentamento è attribuibile principalmente alla raccolta ancora limitata in Puglia – regione chiave nella produzione nazionale – dove condizioni climatiche avverse hanno ritardato la maturazione delle olive causando rese inferiori alla media inizialmente previste. Solo dopo le piogge dei primi giorni di novembre si è assistito ad una ripresa significativa delle operazioni nei campi. Un elemento positivo emerge invece dal comparto degli oli biologici: lo stock ha infatti registrato una crescita stimata intorno alle 2 mila tonnellate, portando il totale vicino alle quasi 9 mila tonnellate disponibili sul mercato interno.

Ancora più sorprendente è stato l’aumento consistente nelle giacenze certificate Dop/Igp: da circa 2.500 tonnellate a fine settembre si è passati rapidamente a quasi 6.500 tonnellate entro fine ottobre, segno evidente della crescente attenzione verso prodotti garantiti dalla denominazione d’origine protetta o indicazione geografica protetta. Questi dati suggeriscono che gran parte della nuova produzione sarà destinata ai segmenti premium certificati contribuendo così non solo all’immagine qualitativa ma anche alla competitività internazionale dell’Italia nell’ambito oleario globale.
L’iniziativa UNESCO dedicata all’olivo sottolinea inoltre il valore strategico dell’agricoltura olivicola quale motore economico sostenibile capace di generare sviluppo sociale equilibrato nelle aree rurali mediterranee ed extra-mediterranee coinvolte nella coltivazione millenaria dell’albero simbolo della cultura mediterranea stessa. Ad oggi i Paesi aderenti al COI coprono circa il 70% del consumo mondiale d’olio d’oliva, detengono il 90% delle esportazioni globali nonché il 95% della produzione complessiva tra olio vergine ed olive da tavola confermando così quanto sia centrale questo settore nell’economia agroalimentare mondiale.
L’interesse crescente verso produzioni certificate biologiche o Dop/Igp testimonia inoltre uno spostamento significativo nelle preferenze dei consumatori verso prodotti tracciabili sotto ogni aspetto qualitativo ambientale garantendo così maggiore trasparenza lungo tutta la filiera produttiva fino al consumatore finale. In questo contesto dinamico resta fondamentale monitorare costantemente gli sviluppi stagionali legati sia agli aspetti climatici sia alle strategie commerciali adottate dai principali player nazionali affinché possa essere preservata quella leadership storica conquistata dall’Italia nel mondo grazie all’eccellenza qualitativa dei suoi oli extravergini d’oliva autenticamente made in Italy.
