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Latte intero o scremato: le differenze

Latte intero e scremato rappresentano due lavorazioni della nota bevanda alimentare: ecco le differenze e le loro proprietà nutritive.

Latte intero o scremato: le differenze

Fonte immagine: Pixabay

Il latte vaccino è una delle bevande alimentari più diffuse. Consumato sia fresco che come ingrediente per le più svariate ricette, ha trovato le più varie applicazioni in cucina. Eppure, non tutte le alternative disponibili oggi sul mercato sono uguali. In commercio esiste infatti il latte intero, il parzialmente scremato e lo scremato: quali sono le differenze?

Prima di cominciare, è utile una precisazione. Spesso i consumatori confondono il processo di pastorizzazione con quello di scrematura, due attività in realtà assai differenti. La prima è infatti necessaria per rendere il consumo sicuro, con l’eliminazione di batteri e germi potenzialmente dannosi. La seconda, invece, è una tecnica nata per rimuovere parte della porzione lipidica della bevanda.

La scrematura del latte

Latte

Quello della scrematura del latte è un procedimento fisico e meccanico, elaborato ormai parecchi decenni fa, per rimuovere parte dei grassi contenuti all’interno del latte. Grazie a questa tecnica, in altre parole, è possibile ottenere una bevanda dal ridotto contenuto lipidico, adatta quindi anche alle diete dove l’apporto di grassi deve essere sempre attentamente monitorato.

Per raggiungere questo risultato, l’industria ha sviluppato un particolare processo di centrifugazione. Il latte viene infatti sottoposto a una centrifuga di 6.000 o 7.000 giri al minuto: la forza che viene applicata sulla bevanda permette di separare l’acqua e le altri componenti idrosolubili dai grassi.

Le tecniche di scrematura portano a ottenere due diverse tipologie di latte:

  • latte parzialmente scremato: la porzione lipidica non è eliminata completamente, ma mantenuta entro livelli medio-bassi, di circa 1.5/1.8 grammi di latte al litro;
  • latte scremato: i grassi vengono quasi completamente eliminati, tanto che questa tipologia di latte presenta all’incirca un ridotto 0.3% di lipidi, una quantità quindi praticamente ininfluente.

Come già accennato, la riduzione dei grassi rende il latte adatto anche alle diete più restrittive, come quelle prescritte per il controllo dei livelli di colesterolo.

Intero o scremato: le differenze

Latte

Come facile comprendere, la principale differenza fra queste tipologie di latte è da rilevarsi nel loro contenuto di grassi. Vi sono però anche altri elementi che si modificano dopo il processo di scrematura, come l’apporto generale di calorie e il contenuto in vitamine. In linea generale, si può così riassumere:

  • latte intero: 64 calorie per 100 grammi, 3.5 grammi di lipidi;
  • latte parzialmente scremato: 40 calorie per 100 grammi, circa 1.5-1.8 grammi di grassi;
  • latte scremato: circa 33 calorie per 100 grammi, 0.3% di grassi totali.

Così come anticipato, varia leggermente il contenuto di vitamine – quello intero vede un apporto maggiore di vitamina A, essenziale per il benessere di pelle, capelli, unghie e per la vista – mentre sul fronte dei sali minerali il profilo è pressoché sovrapponibile.

I palati più sensibili potrebbero rilevare una differente consistenza, con il latte intero più corposo e denso rispetto alle due alternative, così come anche piccole diversità sul fronte del gusto. La bevanda intera tende infatti a offrire un sapore più intenso e vagamente speziato, sebbene non eccessivamente lontano alle due altre tipologie dal più ridotto contenuto in grassi. La scelta fra intero e scremato dovrà essere fatta in concerto con il medico curante, il dietologo oppure il proprio nutrizionista di fiducia.

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