IKEA si trova al centro di una controversia greenstyle.it
Il colosso dell’arredamento IKEA si trova al centro di una controversia che ha sollevato non poche critiche da parte dei suoi clienti.
Fino a poco tempo fa, il servizio di ricarica per auto elettriche presso i suoi punti vendita era completamente gratuito; ora invece è diventato a pagamento, una svolta che ha suscitato malumori e discussioni, anche tra i consumatori italiani.
Fondata nel 1943 da Ingvar Kamprad nella piccola località di Agunnaryd, IKEA è diventata un punto di riferimento globale per mobili, elettrodomestici da incasso e articoli per la casa, forte di una rete di 460 negozi in 62 paesi. L’azienda, con sede legale principale a Leida (Paesi Bassi), ha sempre puntato su prezzi accessibili, design funzionale e sostenibilità, come confermato dalla sua strategia “People & Planet Positive”. Tuttavia, la recente decisione di introdurre un costo per la ricarica delle auto elettriche in Germania ha messo in discussione l’immagine di IKEA come azienda attenta alle esigenze dei clienti e all’ambiente.
La svolta di IKEA: la ricarica elettrica non è più gratuita
Per anni, chi si recava nei punti vendita IKEA in Germania poteva usufruire gratuitamente del servizio di ricarica per veicoli elettrici, un vantaggio apprezzato soprattutto in un contesto europeo che vede crescere rapidamente la diffusione di auto a zero emissioni. Il servizio rappresentava un vero e proprio valore aggiunto per i clienti, che potevano fare acquisti mentre l’auto si ricaricava senza costi aggiuntivi.
Recentemente, però, IKEA ha annunciato un cambiamento nella politica di erogazione del servizio: la ricarica sarà a pagamento. Le tariffe sono state differenziate in base al tipo di stazione di ricarica: presso le colonnine AC il costo è di 0,49 euro per kilowattora, mentre per le stazioni DC, con potenza compresa tra 50 e 75 kW, il prezzo sale a 0,57 euro per kilowattora. Questa novità, sebbene accompagnata da agevolazioni per i possessori della IKEA Family Card e per i membri del Business Network, non è stata ben accolta da una parte della clientela, che ha visto in questa decisione una perdita di un beneficio importante.

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Nonostante le polemiche, IKEA ha sottolineato che questa scelta fa parte di un piano più ampio di espansione e miglioramento del servizio. Entro il 2028, l’azienda prevede di installare oltre 1.000 nuovi punti di ricarica in 54 sedi in tutta la Germania, collaborando con la società Mer, specializzata in energia rinnovabile. L’energia fornita alle colonnine sarà infatti generata da centrali idroelettriche, un dettaglio che conferma l’impegno di IKEA nel ridurre le emissioni di CO₂. L’obiettivo dichiarato è di abbattere le emissioni di anidride carbonica di 71.000 tonnellate all’anno, contribuendo così alla diffusione della mobilità elettrica nel Paese.
Questa mossa si inserisce nel più ampio contesto delle strategie di sostenibilità del gruppo, che da anni investe in pratiche eco-compatibili e nella produzione di mobili realizzati con materiali naturali, rinnovabili o riciclati. In Italia, ad esempio, IKEA è presente con 32 punti vendita e ha sviluppato una rete di fornitori locali per la produzione di arredi, dimostrando attenzione anche alle filiere produttive nazionali.
Il contesto energetico e la diffusione delle auto elettriche in Europa
La decisione di IKEA va letta anche alla luce della rapida trasformazione del settore automobilistico e della mobilità in Europa. Il concetto tradizionale di “fare benzina” è ormai superato in molte aree del continente, dove le auto elettriche stanno conquistando sempre più spazio. Per questo motivo, la presenza di colonnine di ricarica in luoghi ad alta frequentazione come i centri commerciali e i negozi di arredamento è diventata fondamentale per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori.
Tuttavia, l’installazione e la gestione di queste infrastrutture comportano costi significativi, che inevitabilmente si riflettono sulle politiche di prezzo dei servizi offerti. Il passaggio da un’offerta gratuita a una a pagamento da parte di IKEA rappresenta quindi un tentativo di bilanciare sostenibilità economica e ambientale, anche se la comunicazione e la percezione di questa transizione stanno generando dibattito.
