
Gatto
Il gatto di casa vi sta ignorando nonostante cerchiate di attirare la sua attenzione con nomignoli e cibo? Nulla di più comune, perché il quadrupede non solo è in grado di distinguere e comprendere il suo nome, ma anche di fingere di non capire, concentrando la sua attenzione altrove. Negli anni il felino è stato oggetto di studi focalizzati sul suo comportamento, oltre che sul percorso evolutivo, e da questi è emerso che l’amico è in grado di gestirsi in modo autonomo, senza nessun comando umano. Scopriamo insieme le cause e le motivazioni più importanti di questo atteggiamento.
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Percorso evolutivo
Questa particolare insensibilità verso il proprietario potrebbe affondare le sue radici nel percorso evolutivo del gatto, sin dai tempi del suo primo contatto con l’uomo: una vicinanza casuale conseguente all’introduzione delle prime coltivazioni, che lo spinse ad avvicinarsi alle aree rurali alla ricerca di topi da cacciare. Una scelta dettata dalla necessità e dall’istinto, senza costrizione umana, senza l’intervento della domesticazione, ma una decisione presa in autonomia e distante dall’apprendimento di regole e comandi. Un’interazione nata dall’iniziativa dello stesso felino, padrone del proprio ruolo e indipendente da costrizioni e obblighi, non privo di affetto ma sicuramente autonomo.
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Gatto disinteressato: le cause

Non è solo una questione di indipendenza felina, ma il disinteresse dell’animale potrebbe nascondere molteplici significati, tutti come conseguenza diretta del legame creato con l’uomo. Anche il carattere e l’indole del micio possono svolgere un ruolo importante: alcuni esemplari possiedono un atteggiamento più indipendente e tendente all’isolamento, mentre altri appaiono più coccoloni e bisognosi di attenzioni.
In generale, il gatto appare mediamente distaccato, ma se il legame con l’umano è intenso allora il quadrupede potrebbe ignorare i richiami proprio per comunicare un disagio. Ad esempio, è rimasto a casa da solo troppo a lungo, oppure il dialogo instaurato risulta troppo fastidioso e aggressivo. Il gatto non ama il contatto visivo e quello fisico, se non richiesto, quindi spesso tollera vezzeggiativi ed effusioni. Gli slanci emotivi sono visti come dichiarazioni di guerra, per questo spesso volutamente li ignora.
Nuove presenze e problematiche
La scelta di ignorare i proprietari potrebbe derivare anche dalla timidezza: il gatto potrebbe essere stato adottato da poco e sentirsi confuso e spaesato, mostrando una forte ritrosia al contatto o ignorando bellamente i richiami. Ad esempio potrebbe non riconoscere il suo nome, in particolare se è stato modificato con l’adozione, oppure aver trascorso una vita precedente difficile e risultare ancora traumatizzato. Il suo è un distacco preventivo voluto come necessità di difesa, in attesa di conoscere meglio il nuovo ambiente e il relativo branco umano. In casi estremi, il gatto si spinge ad ignorare i richiami perché sofferente o magari malato, vittima di qualche disturbo fisico o anche di una disfunzione uditiva.
Rispetto e calma

A differenza del cane, l’interazione con il gatto richiede maggiore accuratezza e rispetto, sia nei movimenti che nei comportamenti. È necessario prestare attenzione alla ritualità del linguaggio non verbale del suo corpo, nonché evitare lo sguardo diretto o gli slanci troppo affettuosi: il micio è un esemplare meno espansivo, anche se amorevole, che necessita di una tempistica differente e sicuramente più calma. Spetta al proprietario imparare questo nuovo lessico così da arginare le derive comportamentali, favorendo un’interazione fluida, rispettosa e pacifica.