
Il divieto e il possibile rinvio: le posizioni del Governo e della Regione Lombardia(www.greenstyle.it)
Si intensifica il dibattito intorno al divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 5 previsto a partire dal 1° ottobre 2025.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato la preparazione di un emendamento volto a posticipare l’entrata in vigore dello stop ai diesel Euro 5. Salvini, che ha ribadito la gravità delle conseguenze che il blocco potrebbe provocare in termini familiari, lavorativi e commerciali nella Pianura Padana, ha sottolineato la necessità di evitare un provvedimento che rischia di penalizzare circa 1,5 milioni di proprietari di veicoli Euro 5 nelle sole aree lombarde.
Parallelamente, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione presentata dal capogruppo della Lega Alessandro Corbetta, che chiede un congelamento della normativa e un ripensamento complessivo delle politiche ambientali. Corbetta ha definito il divieto come una misura “inaccettabile”, evidenziando come la Pianura Padana sarebbe l’unica area al mondo a vietare la circolazione di auto Euro 5 diesel, modelli prodotti fino al 2015 e quindi relativamente recenti. La mozione invita inoltre a trovare soluzioni alternative che tengano conto delle caratteristiche geografiche, economiche e sociali del territorio, auspicando maggiori investimenti strutturali da parte dello Stato italiano e dell’Unione Europea per migliorare la qualità dell’aria.
L’assessore regionale all’Ambiente e al Clima, Giorgio Maione, ha manifestato la stessa posizione, insistendo sulla necessità di riaprire un confronto con Bruxelles e Roma, sottolineando che la Lombardia non può essere l’unica regione europea a imporre restrizioni così rigide a oltre mezzo milione di veicoli.
Le misure previste e l’impatto sulle regioni del bacino padano
Il divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 5 interessa i Comuni con più di 30mila abitanti nelle regioni della Pianura Padana e prevede il blocco nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30, almeno fino ad aprile 2026, con ulteriori inasprimenti previsti dal settembre 2026 fino ad aprile 2027. Tale misura fa parte del decreto legge 12 settembre 2023, n. 121, adottato in risposta alle indicazioni della Commissione Europea, che ha avviato procedure di infrazione nei confronti dell’Italia per i livelli di inquinamento nella Pianura Padana, in particolare per le emissioni di polveri sottili e biossido di azoto.
Secondo i dati dell’ACI, in Italia circolano attualmente circa 3,7 milioni di veicoli diesel Euro 5, di cui 484mila solo in Lombardia. Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna contano rispettivamente 236mila, oltre 340mila e circa 270mila veicoli di questa categoria. La normativa, quindi, impatterebbe su un vasto parco auto, coinvolgendo milioni di cittadini.

Dall’opposizione, in particolare dal Partito Democratico lombardo, emergono forti critiche verso la linea di rinvio o sospensione del divieto. La consigliera regionale Roberta Vallacchi ha evidenziato come la Lombardia sia una delle regioni europee più colpite dall’inquinamento da polveri sottili e biossido di azoto, con il traffico diesel responsabile di circa il 40-45% degli inquinanti. Vallacchi ha sottolineato che mantenere lo status quo nel settore dei trasporti non è sostenibile né dal punto di vista economico né da quello sanitario, ricordando che la regione registra tassi elevati di malattie croniche respiratorie e cardiovascolari, con una perdita media di 1-2 anni di vita rispetto ad aree con aria più pulita. Il costo di questi impatti è molto alto in termini sanitari, economici e sociali.
La tensione politica si riflette anche nel Parlamento, dove l’emendamento di Salvini potrebbe ancora modificare o bloccare il provvedimento. La Lega, infatti, si sta opponendo con fermezza alle restrizioni, mentre altri partiti spingono per una politica ambientale più rigorosa e immediata.