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Cosa si intende per sovranità alimentare

La sovranità alimentare è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari e agricole, a preservare la produzione locale e ad avere accesso a cibo sano e sostenibile. Si oppone alla dipendenza da mercati globali, favorendo la produzione agricola a livello comunitario, il rispetto dell'ambiente e la giustizia sociale. Promuove la diversità agricola, il coinvolgimento delle comunità locali e la tutela dei diritti dei piccoli agricoltori.

Cosa si intende per sovranità alimentare

Fonte immagine: Pixabay

Quello della sovranità alimentare è un concetto di fondamentale importanza nel mondo contemporaneo. Mondo nel quale la globalizzazione ha profondamente influenzato la produzione, la distribuzione ed il consumo di alimenti ma anche nel quale, ancora oggi, tantissime persone patiscono la fame (secondo la FAO, nel 2021 sarebbero state tra i 700 e gli 800 milioni). In quest’ottica, la sovranità alimentare viene intesa quale buona pratica per assicurare il diritto al cibo a tutte le latitudini. In questo articolo analizziamo che cosa significa e quando ha origine, che cosa comporta e come è interconnessa al concetto di globalizzazione alimentare.

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Cosa è la sovranità alimentare?

La sovranità alimentare è un principio che sottolinea il diritto dei popoli, delle comunità e dei paesi di avere il controllo e la gestione delle proprie risorse alimentari. Questo significa non solo il diritto di produzione e distribuzione di cibo, ma anche la capacità di scegliere quali alimenti coltivare, come farlo e come consumarli. La sovranità alimentare promuove un sistema alimentare sostenibile, equo ed equamente accessibile.

E’ stata ufficialmente riconosciuta durante il Forum di Nyéléni per la Sovranità Alimentare nel 2007 ed oggi è definita nel primo articolo di un documento internazionale sottoscritto da associazioni, ONG ed enti autonomi. L’articolo recita che:

“La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad un cibo sano e culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi ecologici e sostenibili, nonché il diritto a definire i propri sistemi alimentari e modelli di agricoltura. La sovranità alimentare dà priorità all’economia e ai mercati locali e nazionali, privilegia l’agricoltura familiare, la pesca e l’allevamento tradizionali, così come la produzione, la distribuzione e il consumo di alimenti basati sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.

Ma il concetto di “sovranità alimentare” è nato dal basso. Il termine sarebbe stato coniato qualche anno prima (nel 1996), per opera di “La Via Campesina”, un’organizzazione internazionale di agricoltori che si descrive come “un movimento internazionale che coordina le organizzazioni contadine dei piccoli e medi produttori, dei lavoratori agricoli, delle donne rurali e delle comunità indigene dell’Asia, dell’Africa, dell’America e dell’Europa». Della quale, oggi, fanno parte più di 180 organizzazioni da 81 Paesi. Il concetto sarebbe stato enunciato per la prima volta nell’aprile del 1996 alla conferenza internazionale della coalizione svoltasi a Tlaxcala (Messico).

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Cosa si intende per globalizzazione alimentare?

La globalizzazione alimentare è il processo attraverso il quale il cibo è prodotto, trasportato e scambiato su scala globale. Processo che ha portato ad una maggiore interconnessione delle catene di approvvigionamento alimentare, ma ha anche provocato problematiche relative alla dipendenza dalle importazioni alimentari, alla concentrazione di potere nelle mani delle multinazionali del cibo e all’impatto ambientale derivante dalla produzione su larga scala. Il concetto di globalizzazione alimentare non può che far pensare all’operato delle multinazionali che producono industrialmente – e su scala globale  – a scapito delle produzioni locali. Con tutte le conseguenze negative che ne derivano.

Il fenomeno è stato guidato da una serie di fattori, come l’incremento del commercio internazionale, la tecnologia e i trasporti più efficienti, le catene di approvvigionamento globali e le tendenze dei consumatori che cercano cibi esotici o fuori stagione. Ma se da un lato ha portato ad una maggiore varietà di cibi disponibili tutto l’anno ed alla crescita economica di molti paesi, dall’altro ha provocato un evidente spreco di risorse (il trasporto internazionale di cibo richiede enormi quantità di energia e provoca maggiori emissioni di gas serra e l’aggravarsi dei cambiamenti climatici).

Inoltre, per soddisfare la crescente domanda di prodotti alimentari globalizzati, spesso si ricorre a pratiche agricole intensive che favoriscono la monocultura e l’uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti, con conseguenze negative per la biodiversità e l’ambiente. Infine, la globalizzazione alimentare mette a rischio le comunità locali e i piccoli agricoltori poiché costretti a competere con le grandi aziende agroalimentari. Competizione dalla quale escono inevitabilmente sconfitti.

Chi è il Ministro della Sovranità Alimentare?

Con l’insediamento del Governo Meloni, il vecchio “Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali” è stato ribattezzato “Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare”. L’attuale ministro è Francesco Lollobrigida, che è in carica dal 22 ottobre 2022. Tale ministero si occupa dell’elaborazione e del coordinamento delle linee politiche agricole, forestali, agroalimentari. Si occupa altresì dell’ippica e della pesca, sia a livello nazionale che europeo ed internazionale.

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