L’isolamento forzato da Coronavirus potrebbe nuocere alla salute. Questa l’indicazione fornita da uno studio della University of Surrey, secondo il quale lo stress psicologico causato dalle restrizioni alla mobilità dei singoli favorirebbe l’insorgere di stati infiammatori capaci di influire negativamente sull’organismo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Neuroscience & Biobehavioral Reviews.
L’analisi da parte dei ricercatori è stata condotta su un totale di 30 studi: 14 incentrati sulla solitudine, ulteriori 16 sull’isolamento sociale. Lo scopo era di verificare se vi fossero collegamenti tra lo stress psicologico a cui sono sottoposti i soggetti isolati, come ad esempio quelli costretti in casa per colpa del Coronavirus, ed effetti negativi sulla salute.
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Secondo i risultati ottenuti l’isolamento sociale provocherebbe l’aumento dei livelli di due sostanze: la proteina C-reattiva e i fibrinogeni. La prima è comunemente utilizzata come indicatore di cattiva salute causata da infiammazioni, mentre i secondi sono associati all’otturazione delle arterie e sono solitamente riscontrati in alti livelli dopo un trauma. Come ha dichiarato a The Conversation la Dott.ssa Kimberly Smith, University of Surrey:
Il nostro studio fornisce un collegamento tra isolamento sociale e infiammazione. Pensiamo però che il collegamento tra solitudine e isolamento sociale con uno cattivo stato di salute sia più complesso della semplice infiammazione.
Per meglio comprendere come la solitudine e l’isolamento sociale influenzino la salute dovremmo esaminare un ventaglio di fattori di rischio biologici, psicologici e sociali come pressione del sangue, salute mentale, reddito e supporto sociale, dal momento che tutti sono associati a incremento degli stati infiammatori.