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Cigno: quando è pericoloso per l’uomo

Il cigno potrebbe dimostrarsi molto aggressivo nei confronti dell'uomo, in alcune particolari condizioni: ecco cosa fare e come evitare brutte conseguenze.

Cigno: quando è pericoloso per l’uomo

Fonte immagine: Pixabay

Il cigno è uno degli animali che maggiormente ha colpito l’immaginario dell’uomo. Elegante e fiero, non è raro incontrare questo volatile nei parchi cittadini, a ridosso di piccoli corsi d’acqua oppure di stagni. La sua incredibile bellezza spinge molti ad avvicinarsi, magari con il desiderio di scattare una foto ricordo. Eppure un simile comportamento rischia di avere spiacevoli conseguenze, poiché il cigno può rappresentare una minaccia per l’uomo. Ma quando è pericoloso, quali sono le situazioni che potrebbero alimentare la sua aggressività?

In linea generale, non bisognerebbe mai avvicinarsi o disturbare animali in libertà. Per quanto molte specie possano apparire di primo acchito pacifiche, non è dato sapere quale sia la loro reazione alla presenza dell’uomo. E così anche esemplari apparentemente innocui possono trasformarsi in un pericoloso incontro. Di seguito, qualche informazione utile per l’interazione con i cigni.

Cigno: quando è pericoloso

Cigno

Il cigno è un volatile che da tempo immemore condivide alcuni spazi con l’uomo. Presenza ormai imprescindibile nei parchi cittadini, soprattutto se dotati di un piccolo laghetto, questi animali tendono a condurre una vita perlopiù pacifica. Eppure, alcune situazioni possono alimentare timore e spirito di sopravvivenza, svelandone una natura particolarmente aggressiva.

Per quanto nel tempo il cigno si sia mediamente abituato alla presenza dell’uomo, anche perché spesso d’aiuto per l’accesso al cibo, rispetto ad altre specie mantiene una cauta diffidenza. Non ama rimanere a distanze ridotte dagli umani, né essere disturbato da grida, schiamazzi oppure dalla folla.

Di norma, il cigno tende ad allontanarsi da situazioni che potrebbero determinare disagio, come la sponda di un fiume troppo frequentata o, ancora, un luogo eccessivamente rumoroso. In alcuni periodi dell’anno la strategia della fuga viene tuttavia abbandonata, per preferire quella dell’attacco. Accade ad esempio durante la nidificazione, quando il volatile si trasforma in uno provetto combattente pur di proteggere le uova. Ma anche dopo la nascita dei piccoli, quando entrambi i genitori diventano iperprotettivi nei confronti della loro prole. Potrebbero passare all’attacco anche in presenza di minacce percepite per la ricerca di cibo o, ancora, se disturbati da altri animali domestici. È il caso dei cani, quadrupedi poco amati da questi straordinari uccelli.

Come attacca e cosa fare

Cigno e attacco

Così come già accennato, i cigni non devono essere mai disturbati. È sempre consigliato mantenere un adeguata distanza, ad esempio di una decina di metri, evitando di fare schiamazzi oppure di attirare l’attenzione dell’animale. Può capitare che il volatile si avvicini spontaneamente all’uomo, se socializzato o alla ricerca di cibo, in tal caso è comunque consigliato evitare di toccarlo o compiere movimenti bruschi.

Quando nervoso oppure in una condizione di disagio, l’animale potrebbe incominciare a sbattere le ali ripetutamente, segnale di un imminente attacco. Bisogna quindi allontanarsi con calma, senza reazioni brusche: si tratta di un avvertimento, rimossa la fonte di disturbo il cigno tornerà al suo solito relax.

In caso di attacco, il cigno tende a beccare ripetutamente la sua vittima, nonché a colpirla con le ali. Le aggressioni possono risultare anche molto violente, tanto da provocare danni agli arti, sia da taglio che fratture e contusioni. Seppur l’evenienza sia estremamente rara, è necessario coprirsi il volto con le braccia per proteggere gli occhi, una delle parti del corpo che l’animale colpisce maggiormente. Se possibile, meglio posizionarsi facci a terra e con le braccia a proteggere la nuca. Chi si trova nelle vicinanze non dovrebbe raggiungere l’animale né colpirlo: non farebbe altro che alimentare la sua furia. Più efficace sorprenderlo con un getto d’acqua gelata, che potrebbe convincerlo alla fuga.

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