
Le precipitazioni di neve che negli ultimi giorni hanno inciso sul sud Italia, hanno stravolto le condizioni di vita degli abitanti del posto, rendendo complessa la viabilità e le funzioni quotidiane più semplici. Ma a subire l’ondata di gelo e neve sono stati anche gli esseri più indifesi, sia le persone senza fissa dimora che gli animali randagi o chiusi nei canili del posto. La difficoltà nel raggiungere queste strutture ha reso complesse le procedure di soccorso e salvataggio, costringendo i cani chiusi nei box a subire la presenza di quasi centocinquanta centimetri di neve. Gli animali sono rimasti isolati per circa due giorni, al gelo penetrante, senza l’agio di un pasto caldo e di uno spazio asciutto. I volontari e lo staff dei canili hanno trovato sul loro cammino una vera muraglia bianca, a sbarrare loro la strada e il percorso.
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A patire pesantemente le condizioni meteo sono stati, in particolare, i canili della zone di Campobasso, quindi Laterza e Ginosa in provincia di Taranto. Ma grazie al passaparola innescato dai gruppi animalisti presenti su Facebook, la situazione di disagio è diventata velocemente di dominio pubblico, catturando l’attenzione del popolo del web. Le richieste persistenti di aiuto e soccorso hanno spinto molti volontari a organizzarsi privatamente, per raccogliere cibo, coperte asciutte e pale per presentarsi sul posto per prestare aiuto. In alcune zone, anche le forze dell’ordine hanno messo a disposizione i loro mezzi, per liberare le strade e aprire un varco sicuro così da raggiungere i canili.
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Per il momento il freddo ha inciso negativamente sulla sopravvivenza di alcuni esemplari del canile di Taranto, ma i volontari stanno lavorando con costanza per liberare i sopravvissuti. Mentre la muraglia di neve bianca, che ha reso difficili i soccorsi, si è trasformata in una sorta di barriera di protezione per i quadrupedi del canile di Campobasso. Le immagini dei volontari che, a piedi, sfidano la bufera e l’alta coltre bianca hanno colpito al cuore gli utenti dei social network. Per questo non stupisce come la risposta ai loro appelli sia stata forte, intensa e precisa. Ma le condizioni meteo hanno agito negativamente anche nelle zone colpite dal sisma: ad Amatrice sono ancora tanti gli animali di affezione, randagi o di allevamento che non possono godere di un riparo. E per loro questa ondata di freddo, come per gli stessi abitanti del posto, si sta trasformando in vera sofferenza e disagio.
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