Greenstyle Ambiente Animali Cani in canile: la triste realtà dell’abbandono

Cani in canile: la triste realtà dell’abbandono

Ruger è stato abbandonato in canile, a soli 5 anni di vita tutto è sprofondato nel buio della solitudine, e il cane non reagisce e non mangia.

Cani in canile: la triste realtà dell’abbandono

La storia di Ruger è una delle tante che sfiorano le nostre quotidianità, spesso senza intaccarle. Lui, un bellissimo esemplare di Pastore Tedesco, è passato dalla comodità di una casa e di un morbido sofà, al freddo del cemento di un box in un rifugio per cani. Quello che è comunemente conosciuto come canile. Uno spazio angusto che spesso rende sospesi anche i sentimenti di chi, come i cani, è costretto a viverci.

Ruger è stato trasferito senza preavviso, senza che qualcuno gli spiegasse la motivazione, è si è trovato solo e abbandonato. L’impossibilità di badare a lui, dal punto di vista economico, ha spinto la sua famiglia a privarsi della sua compagnia e del suo amore. E così il cane, di soli 5 anni, si è trovato solo e spaesato all’interno del rifugio. Prelevato e accolto dalla Fulton County Animal Services, ad Atlanta in Georgia, ora è in lista per una nuova casa.

Ma lui non si è ribellato alla nuova condizione, non ha espresso rabbia e frustrazione, si è solo lasciato scivolare nel buio del suo animo. Consapevole che la sua famiglia non avrebbe mai più varcato la porta del rifugio, per riportarlo a casa, ha rinunciato ad aspettare una nuova chance. Ed è lì, dentro le mura del suo box, dietro le grate della sua nuova dimora e si rifiuta di mangiare e interagire. Non prova neppure a catturare l’attenzione dei visitatori, ma vegeta in un angolo in totale abbandono.

Un’immagine che non è passata inosservata e ha colpito al cuore lo staff della struttura che, spesso, siede accanto a lui all’interno del box e cerca di farlo reagire. Nonostante appaia spaesato e disorientato, conserva il suo animo pacifico nei confronti dell’uomo e dei suoi simili. La depressione da abbandono ha preso a calci il suo cuore e spesso appoggia la schiena alla porta del suo box voltando le spalle al mondo. Per lui il centro spera in un’adozione, una possibilità che lo strappi dal buio in cui è immerso. Una famiglia che possa curare il suo orecchio malato, una filaria al primo stadio, e il suo cuore spezzato.

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