Non solo gli squali: gli altri pericoli in mare - greenstyle.it
I veri pericoli dei nostri mari: più spine che denti tra le onde. Non sono gli squali il principale pericolo, ma ben altro.
Gli squali nei mari italiani hanno da sempre suscitato paura e fascino, amplificati da film cult come Lo Squalo di Steven Spielberg, che negli anni Settanta ha trasformato queste creature in simboli del terrore marino. Tuttavia, la realtà è ben diversa: nel Mediterraneo, e in particolare nelle acque italiane, gli squali non rappresentano una minaccia significativa per i bagnanti. Le probabilità di un incontro ravvicinato con questi predatori, e ancor meno di un attacco, sono estremamente basse, inferiori persino al rischio di essere colpiti da un fulmine. Ma quali sono allora i veri pericoli che nascondono i nostri mari?
La paura ingiustificata degli squali e i pericoli reali
La paura degli squali è stata in gran parte alimentata dalla loro rappresentazione cinematografica, che li ha dipinti come mostri assetati di sangue, mentre in natura questi animali non considerano l’uomo come preda, poiché non fanno parte della loro dieta. Il vero rischio, infatti, non proviene dagli squali, ma da creature molto più piccole, spesso invisibili, che popolano le acque italiane e che sono dotate di spine, tossine e meccanismi di difesa ben più efficaci di un morso.
Tra questi pericoli “silenziosi” vi sono animali che si mimetizzano perfettamente tra gli scogli o nella sabbia delle spiagge più affollate, e il più delle volte ci si accorge della loro presenza solo quando è ormai troppo tardi.

Uno degli animali più insidiosi è il verme di fuoco o vermocane, un anellide dai colori sgargianti che vive tra gli scogli e possiede setole urticanti capaci di penetrare la pelle, causando dolore intenso, bruciore e reazioni cutanee che possono durare giorni. Spesso si calpesta per errore o lo si tocca involontariamente durante l’esplorazione delle pozze marine di riva.
Altro protagonista pericoloso è il pesce scorpione, noto anche come pesce leone, che ha fatto la sua comparsa nel Mediterraneo a causa dei cambiamenti climatici. Con le sue pinne simili a ventagli e i colori vivaci, nasconde spine dorsali velenose in grado di provocare dolori intensi, gonfiore e in casi rari anche difficoltà respiratorie e svenimenti. Abita i fondali rocciosi poco profondi e si mimetizza tra alghe e pietre, rappresentando un rischio soprattutto per chi pratica snorkeling o cammina scalzo in calette nascoste.
Il pesce ragno o tracina, più discreto e meno appariscente, vive sotto la sabbia delle acque basse frequentate dai bagnanti e può infliggere punture dolorose con le sue spine velenose, causando gonfiore e infiammazioni. L’unico modo efficace per proteggersi da queste punture è l’uso di scarpette da scoglio, anche in luoghi apparentemente sicuri.
Consigli per una balneazione sicura nei mari italiani
La buona notizia è che, pur essendo reali, questi pericoli non devono scoraggiare l’esperienza del mare. È sufficiente adottare alcune semplici precauzioni per ridurre i rischi:
- Indossare sempre scarpette da scoglio, soprattutto in aree rocciose o poco frequentate.
- Evitare di toccare o maneggiare animali marini anche se sembrano innocui.
- Non camminare scalzi su fondali sabbiosi sconosciuti.
- Prestare attenzione a dove si appoggiano mani e piedi durante le escursioni tra gli scogli.
- Tenere a portata di mano una pomata antistaminica, acqua dolce e disinfettante per un primo soccorso immediato.
Se il dolore o i sintomi cutanei dovessero aggravarsi, è consigliabile rivolgersi tempestivamente a un medico o a un centro di primo soccorso. Solo attraverso una maggiore consapevolezza, rispetto e protezione sarà possibile preservare la straordinaria biodiversità del nostro mare, difendendo non solo gli squali, ma tutte quelle specie che contribuiscono a mantenere vivo e vitale l’ecosistema marino.
