Greenstyle Ambiente Animali 200 cani costretti a morire di fame a Lecce

200 cani costretti a morire di fame a Lecce

Un canile lager quello scoperto dai Carabinieri a Neviano in provincia di Lecce: 200 esemplari trovati in condizioni fatiscenti e in fin di vita.

200 cani costretti a morire di fame a Lecce

Sono circa 200 i cani trovati in condizioni disastrose all’interno di un canile lager della zona di Neviano, in provincia di Lecce: è quello che hanno scoperto i veterinari dell’Asl locale, in tandem con i Carabinieri. Una scena straziante, ai limiti dell’orrore: gabbie putride, sporche, cani denutriti, affamati, privi di cibo e acqua, alcuni morti in decomposizione accanto ad anime ancora in vita per puro miracolo.

Cani in fin di vita, magrissimi, pieni di ferite, escoriazioni, tagli, lacerazioni alla gola, una condizione di non vita che ha toccato nel profondo. La Procura di Lecce ha vietato ai comuni limitrofi (Neviano, Aradeo e Monteroni) l’ulteriore utilizzo della struttura, impedendo perciò nuovi ricoveri. I Carabinieri sono giunti al canile-lager dopo una lunga indagine e molti riscontri, oltre a svariate segnalazioni di illeciti. Proprietario dello spazio un uomo di Collepasso, F.G. di 53 anni, iscritto nel registro degli indagati con le accuse di maltrattamento di animali, truffa aggravata e sversamento di rifiuti speciali su terreno.

L’uomo gestiva il canile con tutte le autorizzazioni in regola ed era convenzionato con i tre comuni, che consegnavano i randagi della zona. La struttura, con una capacità massima di 65 esemplari, ospitava in realtà 200 cani. Molti i decessi non denunciati, per il cui mantenimento il titolare continuava a percepire l’indennizzo da parte dei Comuni. Ma dopo una serie di segnalazioni i Carabinieri si sono organizzati per monitorare la zona, osservando tutti i movimenti dell’uomo e dei suoi collaboratori.

I continui latrati di sofferenza dei cani, l’assenza di cibo introdotto nella struttura, un odore terribile nei dintorni del canile e la visione dell’uomo che versava liquami provenienti dai pozzi Imhoff nei terreni agricoli circostanti, ha convinto i Carabinieri ad agire tempestivamente. I cani sono stati trovati ammassati in gabbie fatiscenti, senza acqua e con la pavimentazione piena di escrementi e carcasse morte. Solo qualche pezzo di pane raffermo ma nessun riparo e cura adeguata per queste 200 anime sofferenti. Le Autorità giudiziarie hanno obbligato l’uomo a prendersi cura degli animali in attesa che vengano velocemente trasferiti altrove.

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