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Ingegneria genetica alimentare: cosa sapere sugli OGM

La sicurezza alimentare e il benessere del pianeta vedono spesso nell'ingegneria genetica un problema. Ma gli OGM non vanno demonizzati in ogni ambito, se anche in campo alimentare siano causa di domande a cui non è sempre semplice rispondere. Le incertezze sono all'ordine del giorno, ma il mondo degli organismi geneticamente modificati non è solo ombre, come si pensa.

Ingegneria genetica alimentare: cosa sapere sugli OGM

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Non sono solo i pesticidi a suscitare dubbi sulla sicurezza e salubrità dei cibi, ma anche l’ingegneria genetica alimentare, che con gli OGM mostra scenari di luci ed ombre non sempre comprensibili. Ma neppure troppo rassicuranti, visto che sugli organismi geneticamente modificati sono in corso studi tecnici per valutarne gli effetti sulla salute. E i rischi, al momento, sono quanto mai imprevedibili.

Ma che cosa permette di fare l’ingegneria genetica e perché alterare il DNA degli organismi dovrebbe essere una strada da praticare? In campo alimentare l’obiettivo è di rendere le colture più resistenti agli attacchi di insetti, agenti atmosferici e talvolta anche patogeni, riducendo gli antiparassitari e limitando gli eventuali danni per i raccolti.

Le colture OGM, tra le altre cose, sono anche selezionate per crescere in modo efficiente ed ottimizzato, che si traduce in risparmio di terra e acqua. Il costo ridotto delle risorse per la crescita, in teoria, dovrebbe portare ad un costo più economico delle materie prime, con prezzi al dettaglio più bassi fino al 30% rispetto alla media.

Un altro dato che riguarda gli OGM è che spesso le modifiche genetiche tendono a rendere gli alimenti più carichi di vitamine e minerali rispetto alle colture tradizionali. Ma questi vantaggi portano con sé anche una serie di incertezze sugli effetti a breve e lungo termine su ambiente e salute, ponendo domande etiche e di sicurezza alimentare a cui non è facile dare risposte.

Ingegneria genetica OGM
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Che cosa si intende per OGM

Un OGM, abbreviazione di organismo geneticamente modificato, è una pianta, un animale o un microrganismo che ha subito modifiche al genoma. In genere il risultato si ottiene impiegando la bioingegneria ad alta tecnologia, con l’obiettivo di “migliorare” le caratteristiche di un organismo.

I geni possono infatti essere introdotti, potenziati o cancellati all’interno di una specie, tra specie o addirittura tra regni. Gli OGM li troviamo in vari ambiti, come il già citato caso delle colture resistenti ai parassiti, ma non mancano applicazioni anche in campo medico.

Ne è un esempio l’insulina da laboratorio che ad oggi usano i soggetti diabetici: con l’ingegneria genetica, negli anni 80 del secolo scorso, si è ottenuto un farmaco identico all’ormone prodotto dal pancreas. E per questo più economico e sicuro per la salute rispetto a quello estratto dai bovini, o all’insulina sintetica pura.

Se vogliamo parlare di agricoltura, in questo ambito si parla di colture non solo più resistenti e potenziate dal punto di vista dei nutrienti. Ma anche più tolleranti alla siccità o alle precipitazioni eccessive, più veloci a crescere e spesso anche in grado di garantire raccolti più ampi.

Quali alimenti sono OGM

Una volta aperto il vaso di Pandora della bioingegneria, la lista di quello che esce fuori non è corta, ma qui ci limiteremo ad analizzare la parte alimentare. Per quanto riguarda i cibi OGM, va ricordato che in Europa vi sono regolamentazioni specifiche che impongono di etichettare in modo esplicito i confezionati che riportano la presenza di organismi geneticamente modificati.

Ma ci sono giuste critiche in questo senso, in quanto non c’è obbligo di segnalare gli OGM autorizzati, né quelli in proporzione non superiore allo 0,9% degli ingredienti totali di un alimento. Un altro problema da evidenziare sta nel mancato obbligo di segnalazione in etichetta per le carni da animali di allevamento, nutriti con mangimi contenenti OGM.

In linea generale, l’ingegneria genetica alimentare si è concentrata negli anni su alcuni cibi: mais e soia in primis, seguiti dalla colza e dalla barbabietola, ma anche alcuni grani. Di solito i prodotti commerciali derivati, se non segnalati con dicitura OGM free, potrebbero contenere organismi geneticamente modificati.

Ma va ricordato che sono in corso sperimentazioni anche sul riso e sul tabacco per una migliore resistenza a parassiti e virus. Un caso a parte da menzionare è quello del salmone da allevamento, che la ricerca sta tentando di migliorare dal punto di vista della velocità di crescita.

Ingegneria genetica OGM
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Perché gli OGM possono essere dannosi

Il discorso sull’ingegneria genetica alimentare non è privo di quesiti, in quanto i cibi transgenici muovono giuste domande e obiezioni. Ci sono infatti conseguenze sconosciute nell’alterazione dello stato naturale di un organismo. E queste possono influenzare non solo l’OGM stesso, ma anche l’ambiente naturale in cui esso prolifera.

Se consideriamo i potenziali rischi per la salute umana, essi comprendono la possibilità di esposizione a nuovi allergeni presenti negli alimenti geneticamente modificati, nonché il trasferimento di geni resistenti agli antibiotici nella flora intestinale.

Ingegneria genetica alimentare e trasferimento genico

Il trasferimento genico orizzontale di pesticidi, erbicidi o resistenza agli antibiotici ad altri organismi non solo potrebbe mettere gli esseri umani a rischio, ma anche essere causa di squilibri ecologici. Il che si tradurrebbe sia nella eventuale proliferazione incontrollata di alcune specie, sia nella perdita di biodiversità per altre.

Ma le conseguenze allarmanti si vedono già nel trasferimento genico verticale tra gli OGM e le loro controparti selvatiche. Ci sono infatti studi su pesci transgenici rilasciati in popolazioni selvatiche della stessa specie, che hanno mostrato dati preoccupanti.

In uno studio del 1999, si è visto che l’accoppiamento di alcuni pesci geneticamente modificati ha portato a una riduzione della vitalità della loro prole. Il che significa che l’introduzione di un nuovo transgene (in questo caso in una popolazione selvatica ittica), a lungo andare potrebbe indebolire la specie intera.

Di OGM, come accennato, è ormai pieno il mondo e non è agevole immaginare di tornare indietro ai tempi in cui non c’era traccia di ingegneria genetica. Ma sperare in una ricerca che tiene conto degli effetti a breve e lungo termine per salute e ambiente, forse non è utopia, soprattutto perché il consumatore finale è meno insensibile a queste tematiche rispetto al passato.

Da parte nostra, seguire la tracciabilità degli alimenti e saper leggere le etichette, come le certificazioni che identificano la qualità e le caratteristiche dei cibi, è una strategia per fare una spesa consapevole. Se vogliamo capire se un prodotto è OGM, come visto, non sempre abbiamo vita facile, ma in compenso le aziende virtuose che non adoperano ingredienti transgenici ce lo fanno sapere in stampatello. E questo aiuta.

 

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