Turismo, l'Italia in vetta a una classifica tutt'altro che invidiabile: i nuovi dati spaventano greenstyle.it
Spiagge italiane: emerge un fenomeno tutt’altro che rassicurante. Il patrimonio è in bilico, è necessario agire tempestivamente.
Ogni anno, per molti italiani, trovare uno spazio libero in spiaggia diventa una vera e propria sfida. Un duello all’ultimo telo, che vede vincitori soltanto i mattinieri, quelli che sono soliti svegliarsi all’alba pur di trovare un posticino. Nonostante le coste nazionali, infatti, si estendono per circa 3-400 km, pari al 41% del litorale, le spiagge vere e proprie coprono soltanto 120 metri chilometri².
Gran parte di questo patrimonio è stato però privatizzato, secondo diverse stime, fino a 8 arenili su 10 sono affidati a concessioni balneari. In alcune regioni, come Liguria, Emilia-Romagna e Campania, la presenza di stabilimenti occupa fino al 70% del litorale, con Comuni dove la percentuale è addirittura più alta. Questo posiziona l’Italia tra i primi Paesi europei per privatizzazione delle spiagge, preceduta soltanto dall’Ungheria nel caso delle coste lacustri.
Turismo, l’Italia in vetta a una classifica tutt’altro che invidiabile: i nuovi dati spaventano
Il nodo riguarda la mancata applicazione della direttiva Bolkestein, pensata per liberalizzare il mercato e aumentare la concorrenza nei servizi balneari, rimasta però a lungo sospesa tra proroghe e resistenze. La questione non riguarda soltanto l’accesso pubblico alle spiagge.

Le nostre coste sono sempre più sensibili ad eventi climatici come frane, alluvioni, mareggiate e tombe d’aria. Tra il 2010 e giugno 2024, infatti, sono stati registrati circa 816 eventi estremi, con un incremento del 14,6% rispetto all’anno precedente, colpendo soprattutto il sud Italia. Questi fenomeni non danneggiano solo le persone le abitazioni, ma mettono a rischio anche il turismo e la biodiversità costiera.
La temperatura del Mediterraneo, secondo statistiche, potrebbe aumentare tra 1 e 2 °C nei prossimi anni, accompagnata da un innalzamento del livello del mare tra 7 e 9 centimetri. Il quadro che emerge è, dunque, inequivocabile le spiagge italiane sono un patrimonio limitato e fragile, minacciato sia dagli usi intensivi che dal cambiamento climatico. Per tutelare il turismo, l’ambiente e la sicurezza delle persone è indispensabile pensare a strategie di gestione sostenibili.
È importante intervenire con una legislazione mirata per diversi motivi. Innanzitutto per garantire l’accesso pubblico, una legge chiara può garantire una quota significativa di litorale accessibile a tutti. Le coste italiane, come già detto, sono fragili e soggette a erosione, innalzamento del mare e eventi estremi.
Norme specifiche possono regolamentare costruzioni e attività balneari, riducendo l’impatto antropico e preservando ecosistemi, dune e habitat marini. Una normativa equilibrata può incentivare, inoltre, l’uso sostenibile delle spiagge, promuovendo un turismo ecocompatibile e limitando la sovraesposizione di strutture private che impediscono la fruizione collettiva.
