Come richiedere gli incentivi e dove rivolgersi(www.greenstyle.it)
La Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema di grande rilievo per migliaia di contribuenti italiani.
La Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema di grande rilievo per migliaia di contribuenti italiani: la responsabilità fiscale legata all’uso dei bonus edilizi, con particolare attenzione al Superbonus 110%. La recente ordinanza n. 13358, depositata il 20 maggio 2025, chiarisce in modo definitivo i rischi a cui va incontro chi si affida a professionisti per gestire queste agevolazioni senza mantenere un controllo attento sull’operato degli incaricati.
Bonus edilizi e responsabilità del contribuente: un quadro complesso
Negli ultimi anni, l’introduzione e la rapida diffusione del Superbonus e degli altri incentivi fiscali per lavori di ristrutturazione hanno spinto molti proprietari a rivolgersi a consulenti fiscali, tecnici o general contractor per gestire la complessa procedura di accesso ai vantaggi fiscali. Il meccanismo di cessione del credito e di compensazione tramite modello F24 ha semplificato l’uso degli incentivi, ma ha anche aperto la strada a numerose irregolarità e frodi che hanno poi innescato un’ondata di verifiche fiscali e contenziosi.
È proprio in questo contesto che si inserisce la pronuncia della Cassazione, che evidenzia come la semplice delega della gestione fiscale non sia sufficiente a esonerare il contribuente da responsabilità penali e tributarie. La sentenza sottolinea la necessità di un controllo attivo e costante da parte di chi beneficia delle agevolazioni.

La vicenda alla base dell’ordinanza riguarda un titolare di una ditta individuale destinatario di un avviso di accertamento per indebita compensazione IVA, derivante da fatture inesistenti per oltre 670.000 euro. L’imprenditore aveva affidato la contabilità a professionisti esterni, sostenendo di non essere a conoscenza delle irregolarità e di essere stato vittima della manipolazione delle fatture da parte dei consulenti incaricati.
Nonostante l’assoluzione in sede penale con formula piena – il fatto non sussiste – a livello tributario la responsabilità è stata confermata, poiché il contribuente non aveva esercitato un’efficace vigilanza sull’operato dei professionisti. La Cassazione ha quindi ribadito un principio già consolidato: chi affida la gestione fiscale a terzi non si libera automaticamente dalle conseguenze degli illeciti commessi da questi ultimi.
La Corte ha evidenziato come la responsabilità del contribuente persista, a meno che non dimostri di aver adottato un comportamento attivo e diligente nella supervisione degli incaricati. Non basta, quindi, limitarsi a una fiducia passiva o a un mero affidamento formale.
Un aspetto importante della sentenza riguarda la possibilità di escludere la responsabilità fiscale per chi dimostra di aver esercitato una vigilanza concreta e documentabile sull’operato dei professionisti. La Cassazione riconosce che il contribuente può essere esonerato se prova di aver:
- adottato misure idonee a monitorare la correttezza delle attività delegate;
- mantenuto un controllo costante nel tempo;
- segnalato tempestivamente eventuali irregolarità con comunicazioni formali o denunce.
Questo modello di responsabilità, definito come “colpa vigilata”, rappresenta una vera e propria via di tutela per chi si impegna a supervisionare in modo attivo e non superficiale la gestione delle pratiche legate ai bonus edilizi.
