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Stampanti 3D dai rifiuti elettronici

Una stampante 3D perfettamente funzionante e realizzata interamente dai rifiuti elettronici: è l'idea nata da un ingegnoso esperto africano.

Stampanti 3D dai rifiuti elettronici

Una stampante 3D dal costo di soli 100 dollari, realizzata totalmente dal riciclo di materiale elettronico. Non si tratta della proposta di uno dei marchi più blasonati dell’informatica, bensì del geniale impegno di un inventore del Togo, in Africa.

Quello del fai da te elettronico, il DIY (do it yourself) nel mondo anglosassone, è uno dei settori in più rapida crescita nei paesi del sud del mondo. Le limitate risorse economiche, così come il mancato approvvigionamento di dispositivi e device disponibili altrove, costringe spesso le popolazioni locali all’ingegno. E il progetto di Kodjo Afate Gnikou è tanto stupefacente quanto economico.

Circuiti di scanner non più funzionanti, ingranaggi di vecchie stampanti, processori e cavi recuperati da computer in disuso, un case per desktop riadattato al bisogno. È questa la stampante 3D recuperata dai rifiuti, perfettamente funzionante e per nulla dissimile nei risultati dalle versioni professionali presenti sul mercato di tutto il mondo.

Quello di Gnikou non è però uno sforzo estemponaneo. Da tempo membro di WoeLab, un collettivo di esperti e appassionati di elettronica nella città di Lomé, l’uomo lavora per il progetto WAFATE to Mars di FacLab-France, un’iniziativa singolarissima che si propone di creare strumenti dai rifiuti elettronici per una futura missione su Marte. Un progetto che è anche di sensibilizzazione, perché senza il riciclo dei prodotti di scarto dell’universo dell’informatica – il settore a più alto tasso di crescita nella produzione di rifiuti al mondo, data la velocità con cui computer, smartphone, tablet e quant’altro vengono dismessi – i paesi più poveri rischiano il collasso ecologico.

Dal primo modello di stampante 3D riciclata è nata una raccolta fondi, riportata nelle fonti, su cui Gnikou sta investendo tutte le sue energie. Così lo stesso inventore definisce la sua idea:

Con questo progetto si metterà la tecnologia nelle mani dei bisognosi e si darà all’Africa l’opportunità non solo di essere spettatore, ma anche di giocare un ruolo di primo piano in una rivoluzione industriale più virtuosa.

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