
Se vedi che le onde del mare sono 'quadrate' non farti il bagno - greenstyle.it
Le onde quadrate, dette anche mare incrociato, possono mettere in pericolo i bagnanti. Ecco perché si formano e cosa fare se ci si trova in acqua.
In molte zone costiere italiane, soprattutto con l’arrivo del caldo, cresce il numero di persone che scelgono di passare ore al mare. Non tutti però conoscono i rischi legati a fenomeni naturali come le onde quadrate, un evento che può sembrare curioso da vedere ma che nasconde pericoli concreti per chi si trova in acqua. Spesso scambiate per normali increspature, queste formazioni possono generare vortici che mettono in difficoltà anche i nuotatori esperti. Il problema, spiegano gli esperti, è che si presentano con un aspetto regolare e quasi geometrico, attirando l’attenzione ma nascondendo dinamiche insidiose.
Cosa sono le onde quadrate e perché possono diventare pericolose
Le onde quadrate si formano quando due sistemi di onde differenti si incontrano e si sovrappongono. Succede, ad esempio, quando il vento cambia direzione o quando due correnti marine con orientamenti diversi agiscono sulla stessa zona. Il risultato è una superficie d’acqua a griglia, dove le onde sembrano incrociarsi in modo simmetrico, dando vita a una sorta di reticolato marino. Un fenomeno noto anche come mare incrociato, visibile a occhio nudo ma poco compreso nella sua pericolosità.
Il punto critico è che le onde, arrivando da più direzioni contemporaneamente, generano movimenti contrastanti sotto la superficie. Questo crea zone di corrente instabile e improvvisa, che possono trascinare chi è in acqua in direzioni imprevedibili. Il rischio non è tanto la forza delle onde in sé, quanto la perdita di orientamento e la difficoltà nel mantenere la rotta verso la riva. In molte segnalazioni raccolte negli ultimi anni, persone rimaste coinvolte nel mare incrociato raccontano di aver provato una sensazione di blocco, come se l’acqua le trascinasse lateralmente o all’indietro.

È un tipo di mare che non si può contrastare con la sola forza fisica. Il bagnante, anche se esperto, tende a sforzarsi in più direzioni, consumando energie in poco tempo. L’impressione è di non avanzare, mentre la corrente disegna traiettorie circolari. È in questi contesti che aumentano gli episodi di panico, che complicano ulteriormente la situazione.
Come riconoscere il mare incrociato e quali azioni evitare
Capire in tempo quando ci si trova davanti a un sistema di onde quadrate può fare la differenza. Il segnale più evidente è la presenza di onde che si muovono da direzioni diverse: se l’acqua non segue una linea unica verso la riva, ma si increspa in più direzioni simultanee, è molto probabile che si stia osservando un mare incrociato. In questi casi è meglio non entrare in acqua, anche se le onde sembrano basse e innocue.
Chi si trova già immerso e avverte resistenza anomala al movimento o sente di essere trasportato lateralmente, dovrebbe uscire il prima possibile, senza cercare di lottare contro la corrente. Restare calmi, non forzare la direzione verso la battigia, ma lasciarsi trasportare seguendo un angolo obliquo può essere una strategia utile per uscire dalla zona più instabile.
Un altro errore frequente è quello di sottovalutare il fenomeno per scattare foto o video, spesso condivisi sui social. In diverse occasioni, testimoni hanno documentato situazioni pericolose proprio mentre cercavano di immortalare le onde geometriche, ignorando il rischio reale.
Le autorità locali e la protezione civile rilasciano spesso bollettini meteo-marini che indicano la probabilità di formazioni anomale. Consultarli prima di andare al mare resta una precauzione semplice ma spesso dimenticata. Dove presenti, i bagnini sono i primi da avvisare in caso di sospetti. Riconoscono il mare incrociato anche da piccoli segnali superficiali e possono interdire temporaneamente l’accesso all’acqua.
Chi conosce questi fenomeni sa che l’apparente calma del mare può nascondere condizioni estremamente insidiose. Le onde quadrate, pur rare in alcune aree, possono comparire improvvisamente in seguito a cambiamenti meteorologici anche leggeri. Restare informati e osservare con attenzione l’acqua prima di tuffarsi è la prima forma di sicurezza, specialmente nei tratti di costa aperti o in presenza di scogliere laterali, dove le correnti si incanalano.