Scandalo pesticidi, supermercati presi d’assalto - greenstyle.it
Una protesta eclatante ha messo in evidenza l’incoerenza delle regole europee sui pesticidi: vietati in Francia, ma presenti nei prodotti importati.
A Strasburgo, in Alsazia, si è svolta una protesta insolita che ha attirato l’attenzione dei cittadini. Una trentina di agricoltori del Basso Reno, membri della FDSEA e dei Giovani Agricoltori, sono arrivati davanti a cinque supermercati della zona con i loro trattori. Una volta entrati, hanno iniziato a svuotare intere corsie di biscotti, creme spalmabili, zucchero e prodotti da forno. Tutti alimenti accusati di contenere materie prime coltivate con acetamiprid, pesticida vietato in Francia ma ancora consentito altrove in Europa. L’immagine che più ha colpito è quella delle corsie di creme spalmabili ridotte al minimo: sugli scaffali quasi vuoti è rimasto soltanto il marchio di un produttore che utilizza esclusivamente nocciole francesi. Una scena forte, che ha trasformato una polemica di settore in un caso politico.
Il nodo dell’acetamiprid e la contraddizione delle regole europee
L’acetamiprid appartiene alla famiglia dei neonicotinoidi, sostanze sotto accusa per i danni agli impollinatori e per gli effetti sull’ambiente agricolo. La Francia aveva già deciso di vietarne l’uso, ma la discussa legge Duplomb aveva lasciato un varco normativo. A giugno 2025, il Consiglio Costituzionale ha ribadito il divieto assoluto per gli agricoltori francesi, confermando lo stop all’impiego di questa molecola sul territorio nazionale. Eppure, a livello europeo, la situazione è diversa. L’EFSA, Agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha innalzato di venti volte i limiti massimi di residui tollerati negli alimenti importati. In pratica, i prodotti coltivati con acetamiprid in altri Paesi dell’Unione possono continuare a circolare liberamente in Francia.

Questa discrepanza ha acceso le proteste degli agricoltori, che si sentono penalizzati: da un lato, devono rinunciare a determinati trattamenti fitosanitari; dall’altro, vedono sugli scaffali i prodotti esteri che ne fanno uso. Per molti di loro, si tratta di una concorrenza sleale mascherata da tutela ambientale, che rischia di mettere in ginocchio intere filiere locali. Le parole di Dominique Daul, vicepresidente della FDSEA, sono state chiare: “Ci vietano l’uso dei fitosanitari, ma i consumatori li ritrovano comunque nei biscotti, nelle creme e persino nello zucchero proveniente da altri Paesi. È una contraddizione che ci lascia soli e scoperti”.
La protesta in Alsazia e le richieste degli agricoltori
Il motto che ha accompagnato la manifestazione è semplice: “o si vieta per tutti, o si autorizza per tutti”. Con carrelli colmi, gli agricoltori hanno tolto dai banchi prodotti simbolo come la Nutella, accusata di contenere nocciole coltivate in Paesi dove l’acetamiprid è ancora legale. Il gesto ha voluto mostrare ai clienti la contraddizione in atto, trasformando un’azione di categoria in un messaggio diretto alla popolazione. Il presidente dei Giovani Agricoltori del Basso Reno, Thomas Lux, ha spiegato: “Chiediamo coerenza. Se questa molecola è vietata in Francia, non deve comparire negli alimenti venduti ai nostri concittadini. Non accettiamo che le regole valgano solo per noi e non per chi produce altrove”.
Le immagini degli scaffali svuotati hanno già fatto il giro della stampa locale e sono state rilanciate dai media nazionali. Non è la prima volta che gli agricoltori francesi denunciano l’impatto delle regole europee, ma questa volta la protesta è arrivata direttamente nei luoghi frequentati dai consumatori, aumentando la pressione politica. Il Governo francese non ha ancora annunciato nuove misure, ma la questione resta aperta a Bruxelles, dove da mesi si discute dell’armonizzazione delle normative sui pesticidi. Intanto, la battaglia simbolica di Strasburgo rischia di diventare un precedente per altri Paesi, soprattutto in vista delle prossime decisioni comunitarie sulla sicurezza alimentare. La protesta degli agricoltori in Alsazia ha reso evidente una frattura interna all’Unione: da un lato la volontà di proteggere ambiente e salute, dall’altro la mancanza di uniformità nelle regole che finiscono per penalizzare solo alcuni produttori. L’immagine dei barattoli di creme spalmabili accatastati al centro di un supermercato resta il simbolo di una richiesta chiara: stesse regole per tutti, senza eccezioni.
