Misure restrittive per grandi morosi e contribuenti a rischio(fonte_Facebook:agenziadelleentrate)(www.greenstyle.it)
Il DL Fiscale ha introdotto importanti novità riguardo alla gestione della rottamazione delle cartelle esattoriali.
In particolare, emerge una significativa semplificazione per i contribuenti coinvolti in processi pendenti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ecco cosa cambia e quali sono i documenti necessari per ottenere l’estinzione del giudizio nei casi di rottamazione.
Il cuore della novità legislativa riguarda l’estinzione dei contenziosi pendenti relativi a debiti oggetto di rottamazione delle cartelle: non è più necessario il pagamento integrale di tutte le rate previste dal piano di dilazione, bensì è sufficiente effettuare il versamento della prima rata o dell’unica rata prevista. Tale chiarimento è stato formalizzato tramite una norma di interpretazione autentica contenuta nell’articolo 12-bis del DL Fiscale, convertito in legge, che risolve finalmente il contrasto interpretativo tra Fisco e Giurisprudenza.
Questa modifica si inserisce nel quadro normativo delineato dal comma 236 della legge n. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023), secondo cui il contribuente che presenta istanza di rottamazione assume l’impegno alla rinuncia dei giudizi pendenti relativi ai carichi compresi nella definizione agevolata. Nel frattempo, il giudizio viene sospeso dal giudice, che lo estingue solo a seguito della produzione della documentazione comprovante il pagamento.
Prima di questa interpretazione autentica, alcune pronunce giurisprudenziali richiedevano l’integrale pagamento delle somme per dichiarare estinto il contenzioso, mentre altre ammettevano la chiusura del processo anche con il versamento parziale purché accompagnato dalla rinuncia al ricorso. Ora, con la nuova norma, si sancisce definitivamente che il perfezionamento della definizione – e quindi l’estinzione del giudizio – si realizza con il versamento della prima o unica rata.
Documenti necessari per chiudere il contenzioso con la rottamazione
Per ottenere l’estinzione del giudizio, il giudice dichiara d’ufficio la chiusura del processo a seguito della presentazione di tre documenti fondamentali:
- La dichiarazione di adesione alla definizione agevolata (come previsto dal comma 235 della legge n. 197/2022);
- La comunicazione ricevuta dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione che indica l’importo dovuto, il numero di rate e le scadenze;
- La documentazione che attesta il pagamento della prima o unica rata.
Questi documenti possono essere depositati dal contribuente, dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione se parte in giudizio, oppure dall’ente impositore in assenza di quest’ultima.
L’estinzione del giudizio, una volta dichiarata, comporta l’inefficacia di tutte le sentenze di merito e provvedimenti adottati nel corso del processo che non siano passati in giudicato, garantendo così una soluzione definitiva del contenzioso.

Un aspetto cruciale della nuova normativa riguarda la definitiva acquisizione delle somme versate: i pagamenti effettuati nell’ambito della definizione agevolata non sono più rimborsabili, anche nel caso in cui i processi pendenti siano stati chiusi. Ciò sottolinea la natura definitiva della rottamazione come strumento di pace fiscale.
Inoltre, la norma di interpretazione autentica concilia la procedura amministrativa con il contenzioso giudiziario, evitando che i giudizi ostacolino o ritardino la definizione dei debiti fiscali.
Questa innovazione arriva in un contesto di complessiva semplificazione fiscale introdotta dal DL Fiscale 17 giugno 2025, n. 84, recentemente approvato, che ha previsto anche altre misure volte a facilitare il rapporto tra contribuenti e Amministrazione finanziaria, come la proroga dei termini per il versamento delle imposte e nuove disposizioni in materia di IVA e redditi di lavoro autonomo.
La modifica normativa rappresenta una svolta importante per chi si trova in contenzioso con il Fisco e intende usufruire della rottamazione, poiché consente di chiudere rapidamente le controversie pendenti con un impegno economico meno gravoso rispetto al passato. Tuttavia, è fondamentale rispettare le scadenze e presentare correttamente la documentazione richiesta per sfruttare appieno i benefici della definizione agevolata.
Le novità approvate rispondono anche alle esigenze di uniformità interpretativa, dopo anni di pronunce contrastanti da parte degli organi giurisdizionali, e contribuiscono a ridurre il contenzioso fiscale, alleggerendo il carico dei tribunali e favorendo una maggiore certezza del diritto in materia tributaria.
