L’impatto del caldo sul reflusso gastroesofageo: cause e meccanismi(www.greenstyle.it)
Le temperature elevate rappresenta un fattore aggravante per chi soffre di reflusso gastroesofageo, un disturbo che interessa molti italiani.
Le alte temperature, insieme a modifiche nelle abitudini alimentari tipiche della stagione estiva, contribuiscono a intensificare i sintomi di questa patologia, quali bruciore di stomaco e rigurgito acido. Durante il recente congresso “Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting” promosso dall’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli e dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (Siucp), sono stati approfonditi i meccanismi di peggioramento estivo dei sintomi e le strategie per mitigare l’impatto del caldo.
Secondo il prof. Adolfo Renzi, responsabile dell’Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell’Esofago e del Colon-Retto presso l’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, il reflusso gastroesofageo si verifica in presenza di alterazioni funzionali del cardias, la valvola che separa esofago e stomaco, e in condizioni anatomiche come l’ernia iatale, dove una porzione dello stomaco risale nel torace attraverso il diaframma.
“Durante la stagione calda, la disidratazione rappresenta un elemento chiave che peggiora i sintomi,” spiega Renzi. Una riduzione nell’assunzione di liquidi provoca una minore diluizione degli acidi gastrici, aumentando così la loro concentrazione e acidità. Inoltre, le alte temperature rallentano la digestione, causando gonfiore e sensazione di acidità, mentre la perdita di elettroliti con la sudorazione può compromettere ulteriormente la funzionalità gastrica, favorendo l’accumulo di acido nello stomaco.
Non meno rilevante è il cambio nelle abitudini alimentari: in estate si tende a consumare più cibi piccanti, grassi, oleosi e freddi, tutti fattori che possono scatenare o aggravare il reflusso acido. Anche l’aumento della pressione addominale dovuto a obesità o alimentazione scorretta facilita la risalita del contenuto gastrico in esofago.
Prevenzione e consigli per affrontare il reflusso nella stagione calda
Per contenere il peggioramento dei sintomi, è fondamentale adottare un decalogo di comportamenti preventivi. Innanzitutto, è consigliabile mantenere un’adeguata idratazione per favorire la diluizione degli acidi gastrici e sostenere la funzionalità dello stomaco. La dieta deve essere curata, evitando cibi grassi, fritti, pomodori, agrumi, cipolla cruda, aglio, cioccolato, menta, caffè, tè nero, bevande gassate, alcolici, formaggi stagionati, insaccati e spezie piccanti.
Il prof. Renzi sottolinea inoltre: “È importante consumare pasti piccoli e frequenti, masticando lentamente, e limitare l’uso di bevande gassate e alcoolici.” Dopo aver mangiato, si raccomanda di mantenere una posizione eretta per almeno 2-3 ore per evitare il reflusso, mentre se i sintomi peggiorano durante la notte, può essere utile sollevare la testata del letto.
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda l’abbigliamento: indossare vestiti troppo stretti in vita può aumentare la pressione addominale, favorendo la risalita del contenuto gastrico.

La visita specialistica gastroenterologica è indispensabile per una diagnosi accurata e per escludere altre patologie. In presenza di sintomi gravi o persistenti, non si deve ricorrere all’automedicazione, ma affidarsi a un medico per una valutazione approfondita.
Gli inibitori di pompa protonica (IPP) rappresentano la terapia farmacologica più efficace per ridurre la produzione di acido gastrico, ma devono essere assunti sotto stretto controllo medico per evitare effetti collaterali.
Per i casi di reflusso cronico o severo, refrattari alla terapia farmacologica, la chirurgia offre opzioni risolutive. La tecnica più tradizionale è la Fundoplicatio secondo Nissen, che consiste nell’avvolgere il fondo dello stomaco attorno all’esofago per creare un “manicotto” anti-reflusso. Questa procedura garantisce un buon controllo dei sintomi e una gestione efficace della disfagia post-operatoria, una complicanza non infrequente.
Negli ultimi anni, inoltre, sono state introdotte innovazioni tecnologiche come lo sfintere esofageo magnetico, dove un anello di perline in titanio viene posizionato in laparoscopia attorno allo sfintere esofageo inferiore, creando una zona di pressione che permette il passaggio del cibo ma blocca il reflusso. Questo approccio, adottato in alcuni centri italiani, offre il vantaggio di una maggiore standardizzazione della procedura e una minore incidenza di disfagia.
Tra le più recenti novità vi è il dispositivo Reflux Stop, un impianto in silicone grande quanto una moneta da un euro, inserito anch’esso in laparoscopia. Esso ripristina la normale funzione dello sfintere esofageo senza comprimerlo, riducendo gli effetti collaterali delle tecniche chirurgiche tradizionali e permettendo una rapida dimissione.
