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Ridurre il consumo degli apparecchi in standby con una semplice ciabatta multipresa aiuta a risparmiare fino al 10% sulla bolletta e limita le emissioni di CO2 domestiche.
Nel panorama domestico moderno, la gestione efficiente dell’energia è diventata una priorità imprescindibile sia per contenere le spese familiari sia per ridurre l’impatto ambientale. L’energia consumata dagli apparecchi elettronici in standby rappresenta uno spreco significativo, invisibile ma costante, che grava sulle bollette e contribuisce alle emissioni di CO2. Secondo le più recenti analisi dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), la soluzione semplice ed economica per limitare questo fenomeno è a portata di mano: una ciabatta multipresa con interruttore.
Il consumo nascosto degli apparecchi in standby
Molte persone credono erroneamente che un dispositivo spento non consumi energia. Tuttavia, gli apparecchi moderni raramente si spengono del tutto: entrano in una modalità standby che mantiene attivi piccoli circuiti per garantire una pronta riaccensione. Questo stato, secondo i dati ENEA, comporta un assorbimento che va da 1 a 4 watt per ogni dispositivo all’ora. Sebbene sembri trascurabile, moltiplicato per i numerosi dispositivi presenti in ogni abitazione – televisore, decoder, console, computer, microonde, caricabatterie – il consumo fantasma raggiunge valori rilevanti.
Le statistiche mostrano che una casa media utilizza circa 305 kilowattora all’anno solo per alimentare dispositivi in standby, con un’incidenza dell’8% sulla bolletta elettrica, equivalente a circa 65 euro annuali. Tale consumo contribuisce inoltre all’1% delle emissioni globali di CO2 legate all’energia domestica, un dato non trascurabile in un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è cruciale.

Tra gli elettrodomestici più energivori in standby figura il microonde, che può assorbire fino a 3,6 watt, con un consumo annuo superiore a 30 kilowattora, tradotto in circa 10 euro di spesa. Le console per videogiochi sono altrettanto dispendiose, con la modalità stand-by che può rappresentare il 40% del consumo totale dell’apparecchio. Anche i condizionatori mostrano variazioni notevoli, con consumi in standby che variano da poco più di 1 watt fino a 5 watt, mentre i caricabatterie di smartphone possono consumare fino a 7 kilowattora l’anno se lasciati sempre collegati.
In risposta a questa problematica, la normativa europea (Regolamento UE 2023/826), entrata in vigore nel 2023 e con applicazione stringente a partire da maggio 2025, impone limiti severi ai consumi energetici degli apparecchi spenti e in standby. Da quest’anno, il consumo in modalità spento non deve superare 0,5 watt, con un’ulteriore riduzione a 0,3 watt prevista per il 2027; la modalità standby deve invece rimanere al di sotto di 0,8 watt. Queste direttive spingono i produttori verso una progettazione più efficiente, ma non eliminano del tutto il consumo fantasma.
