Quanto si prende di assegno se si va in pensione con 15 anni di contributi? - Greenstyle.it
Quando è possibile andare in pensione con appena 15 anni di contributi? Ma, soprattutto, a quanto ammonta l’assegno mensile?
Nel panorama previdenziale italiano, il tema della pensione con un numero ridotto di anni contributivi continua a suscitare grande interesse e discussione.
La normativa vigente, in particolare quella introdotta dalla legge Fornero nel 2011, ha fissato limiti stringenti per il diritto alla pensione di anzianità, imponendo il requisito minimo di 67 anni di età e circa 20 anni di contributi versati. Tuttavia, recenti modifiche legislative hanno introdotto nuove opportunità per chi possiede almeno 15 anni di contributi, ampliando così le possibilità di accesso alla pensione anticipata.
La pensione con 15 anni di contributi: cosa cambia nel 2025
L’innovazione più significativa riguarda la possibilità di accedere alla pensione anche senza aver raggiunto i 67 anni, a patto di maturare un assegno previdenziale almeno pari all’importo dell’assegno sociale. Questo significa che non è più necessario rispettare il limite anagrafico previsto dalla legge Fornero, rendendo più flessibile il percorso pensionistico per chi ha versato almeno 15 anni di contributi. Per sfruttare questa opportunità è fondamentale rispettare specifiche condizioni, tra cui l’utilizzo delle cosiddette deroghe Amato.
Queste deroghe consentono l’accesso anticipato alla pensione a determinate categorie di lavoratori, ma con requisiti molto precisi: tutti i contributi devono essere stati versati entro il 31 dicembre 1992 e l’INPS deve aver autorizzato il versamento dei contributi volontari entro la stessa data. Inoltre, il primo contributo deve risalire ad almeno 25 anni prima della richiesta di pensionamento, mentre un ulteriore vincolo riguarda un periodo lavorativo di almeno dieci anni svolto per 52 settimane l’anno.
Una delle sorprese più rilevanti riguarda l’importo che si può percepire con 15 anni di contributi. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, la somma spettante non è affatto trascurabile. Questo grazie al sistema di calcolo basato su due elementi fondamentali: il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione. Il montante contributivo rappresenta l’insieme di tutti i contributi versati nel corso della vita lavorativa, mentre il coefficiente di trasformazione varia in base all’età al momento del pensionamento, aumentando con l’avanzare degli anni. Di conseguenza, più elevati sono i contributi accumulati e più avanzata è l’età di pensionamento, maggiore sarà l’assegno ottenuto.

Le tre deroghe Amato rappresentano uno strumento chiave per accedere alla pensione con meno anni di contributi rispetto al passato. Queste deroghe sono pensate per venire incontro a quelle categorie di lavoratori che, pur non avendo raggiunto i requisiti tradizionali, possono comunque usufruire di una pensione anticipata grazie a particolari condizioni contributive e anagrafiche. Tuttavia, è importante sottolineare che queste opzioni sono riservate a situazioni molto particolari e non si applicano in modo generalizzato a tutti i lavoratori. La verifica dei requisiti deve essere rigorosa e viene effettuata dall’INPS, che valuta caso per caso la possibilità di concedere l’accesso anticipato.
Rimane ancora aperto il dibattito sulle possibili future modifiche alla legge Fornero, che potrebbe essere rivista per rendere più accessibili le pensioni anticipate. Nel frattempo, le novità introdotte consentono di guardare con maggiore ottimismo a un sistema previdenziale che, pur mantenendo requisiti stringenti, offre nuove vie per chi ha un percorso contributivo più breve ma continuativo e regolare.
La possibilità di ottenere una pensione dignitosa con soli 15 anni di contributi rappresenta un cambiamento significativo, soprattutto per chi ha avuto carriere lavorative discontinue o inizi tardivamente la propria attività professionale. Grazie a queste disposizioni, infatti, la cifra mensile che si può percepire non è affatto trascurabile, offrendo una maggiore sicurezza economica nella fase post-lavorativa.
Il calcolo previdenziale rimane quindi un elemento cruciale per comprendere il proprio diritto alla pensione e l’ammontare dell’assegno spettante. È consigliabile rivolgersi a esperti del settore o consultare direttamente l’INPS per ottenere una valutazione puntuale e aggiornata della propria posizione contributiva e delle opportunità disponibili.
