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Prurito in gravidanza: cause, rimedi, quando preoccuparsi

Cosa provoca il fastidioso prurito in gravidanza, come gestirlo e quando rivolgersi al medico per tutelare la salute del nascituro.

Prurito in gravidanza: cause, rimedi, quando preoccuparsi

Fonte immagine: Pixabay

Il prurito in gravidanza è un fastidio condiviso da molte future mamme, un disagio che si manifesta in genere già dai primi mesi di gestazione e che può scomparire completamente solo dopo il parto. La maggior parte delle volte si tratta di un disturbo innocuo che non compromette il benessere del nascituro, tuttavia in rari casi può celare una patologia che merita un’accurata valutazione medica.

Tra le zone maggiormente coinvolte dal prurito c’è sicuramente la pancia, tuttavia anche le cosce, i piedi, il seno e la zona genitale possono essere coinvolte in misura differente.

Le cause

Test di gravidanza

Le cause del prurito in gravidanza sono diverse e in genere riguardano la dilatazione fisiologica dei tessuti che scatena fastidio e desiderio di grattarsi. Con i cambiamenti a cui è soggetto il corpo femminile, infatti, la pelle si estende e si dilata progressivamente per tutta la durata della gravidanza. Il prurito, inoltre, può essere provocato anche dai cambiamenti ormonali fisiologici in questo periodo, così come dalla ritenzione idrica che influisce anche sulla microcircolazione. In tutti questi casi, il prurito è sopportabile e può essere ridotto utilizzando semplici rimedi ritenuti molto efficaci. Solo in presenza di arrossamenti evidenti, orticaria vera e propria o comparsa di rush cutanei improvvisi e intollerabili è importante approfondire con il proprio medico.

Quando preoccuparsi

Quando il prurito è particolarmente intenso e coinvolge anche le mani e i piedi, in associazione con un colorito giallastro della pelle, è indispensabile recarsi dal medico per escludere la presenza di colestasi gravidica: è una patologia che colpisce il fegato e ha come origine un accumulo irregolare di acidi biliari nel sangue. Nelle donne in gravidanza può manifestarsi nel secondo e terzo trimestre, in particolare dopo la ventottesima settimana di gestazione e soprattutto a causa degli sbalzi ormonali che coinvolgono estrogeni e progesterone. Le conseguenze della colestasi possono essere serie soprattutto per il feto, infatti le donne che ne soffrono possono andare incontro a parto prematuro e anche il rischio di liquido amniotico tinto aumenta, così come quello relativo allo sviluppo di stress respiratorio. Spesso, per tenere la situazione sotto controllo, si rende necessario indurre il parto anche prima della scadenza. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, è il medico a prescrivere medicinali volti a regolarizzare i livelli degli acidi biliari e delle transaminasi.

Rimedi naturali

Lozione

Se il prurito in gravidanza è fisiologico e non cela problematiche serie, le future mamme possono lenire il fastidio utilizzando alcuni rimedi naturali che possono donare benessere alla pelle molto a lungo. Anche l’alimentazione svolge un ruolo primario, infatti è preferibile limitare il consumo di cibi che possono sovraccaricare reni e fegato, come quelli contenenti elevate dosi di zuccheri, preferendo gli alimenti ricchi di acqua. Ridurre il prurito è importante anche per evitare di provocarsi lesioni da grattamento, talvolta causa di infezione.

Ecco una lista di rimedi fai da te che possono essere sperimentati con tranquillità:

  • usare lozioni idratanti ricche di grassi, che sebbene si assorbano con fatica aiutano a ripristinare il film lipidico naturale;
  • concedersi un bagno tiepido con avena colloidale o amido di riso, ottime componenti per lenire il prurito e le irritazioni;
  • praticare massaggi drenanti che favoriscono la circolazione, meglio se veicolati da oli essenziali come quello di mandorle dolci o di germe di grano.

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