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Phalaenopsis: cura, innaffiatura, potatura

Come prendersi cura delle orchidee Phalaenopsis: tutti i consigli per curarle, potarle e proteggerle dalle malattie, anche in vaso.

Phalaenopsis: cura, innaffiatura, potatura

Fonte immagine: Pixabay

Con il termine Phalaenopsis si indica una cinquantina di specie di orchidee epifite che hanno origine in Asia e negli arcipelaghi oceanici del Pacifico e dell’Oceano Indiano. Sono piante molto appariscenti e colorate che possono essere coltivate sia in serra sia in ambiente domestico, purché si rispettino alcune condizioni di temperatura e umidità. I loro fiori, che raggiungono dimensioni anche molto estese, ricordano le ali di farfalla e si caratterizzano per una gamma cromatica intensa e sgargiante.

Queste specie di orchidee hanno bisogno di temperature elevate e soprattutto di un tasso di umidità che supera il 65%, raggiungendo il 70% quando i gradi oltrepassano una certa soglia. Sono piante che non necessitano di luce diretta e si sviluppano al meglio in condizione di penombra, soprattutto in casa, evitando così di provocare una bruciatura delle foglie. Le Phalaenopsis sono piante epifite, vale a dire in grado di crescere aggrappate ai rami degli alberi, tuttavia anche la coltivazione in vaso può dare origine a esemplari rigogliosi e sani.

Cura e innaffiatura

Orchidee Phalaenopsis

Le orchidee Phalaenopsis hanno bisogno di un terriccio ben drenato e di vasi dotati di piccoli fori, uno stratagemma che consente alle radici di respirare al meglio. La fioritura avviene solitamente a cadenza semestrale, prolungandosi anche per oltre un mese a seconda della specie. Per quanto riguarda l’innaffiatura, è opportuno adoperare acqua demineralizzata o piovana garantendo un apporto d’acqua ottimale ma evitando che il substrato resti eccessivamente umido, in modo tale da scongiurare lo sviluppo di ristagni idrici che rischiano di condurre a conseguenze irreparabili.

Le Phalaenopsis dovrebbero essere bagnate soprattutto la mattina avendo cura di non bagnare il cuore della pianta ma solo il terriccio, ad esempio immergendo il vaso in acqua per alcuni minuti. Queste piante necessitano anche di un fertilizzante specifico, contenente azoto, da somministrare in concomitanza con l’innaffiatura ogni due settimane fino al periodo della fioritura. Da evitare, infine, è anche l’utilizzo di acqua eccessivamente ricca di cloro.

Potatura della Phalaenopsis

Orchidee Phalaenopsis

Le orchidee appartenenti al gruppo delle Phalaenopsis potrebbero anche essere risparmiate dalla potatura, tuttavia spesso si interviene al fine di gestire la pianta dal punto di vista estetico e per limitare lo sviluppo delle piante in vaso, soggette alla crescita di rami eccessivamente lunghi. Anche nel caso di rami sfioriti, infatti, la potatura potrebbe non essere necessaria perché la pianta può anche produrre nuovi fiori, anche se di piccole dimensioni. Prima di potare bisogna comunque attendere che gli steli siano spogli, recidendo a circa un centimetro dalla base oppure prendendo come punto di riferimento il nodo indicativo di nascita di stelo nuovo. I tagli devono essere applicati in modo netto, evitando sfilacciamenti e utilizzando cesoie disinfettate. L’orchidea coltivata in vaso, in ogni caso, può sempre rigenerarsi in modo autonomo, mentre è opportuno procedere con il rinvaso solo qualora le radici fuoriescano dal contenitore o quando si notano segni evidenti di malattie delle stesse.

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