
I pesticidi nell’acqua potabile possono diventare ancora più pericolosi con i trattamenti di clorazione. Questo il risultato di una ricerca statunitense che ha analizzato in particolare i neonicotinoidi, tra i più comuni insetticidi presenti sul mercato.
Gli scienziati hanno studiato se i composti neonici vengono trasformati in sottoprodotti di disinfezione durante i comuni cicli a cui è sottoposta l’acqua potabile (ad esempio la clorazione). Il risultato più preoccupante è dato da due metaboliti noti il desnitro-imidacloprid e l’imidacloprid-urea.
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Questi due metaboliti ulteriormente trasformati in una nuova forma di sottoprodotto di disinfezione clorata durante i processi di trattamento delle acque di routine. Il desnitro-imidacloprid è circa 319 volte più tossico per i mammiferi e il potenziale impatto sulla salute umana è preoccupante. Al momento le istituzioni americane non stanno valutando restrizioni per arginare il problema con questi pesticidi, che si trovano sopratutto all’interno di frutta e verdura.
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La situazione è allarmante negli USA, ma anche l’ultimo rapporto dell’ISPRA fotografa una situazione particolare anche in Italia. Prendendo in considerazione il periodo che va dal 2003 al 2016, oltre al numero delle sostanze trovate sono aumentati anche i punti interessati dalla presenza di pesticidi: +20% circa nelle acque superficiali e +10% in quelle sotterranee. Secondo gli esperti ciò sarebbe causato dalla persistenza delle sostanze nelle acque e da una risposta complessivamente molto lenta dell’ambiente: i benefici della diminuzione delle vendite di pesticidi si potranno vedere solo in futuro.