Pensione anticipata: la sorpresa della Quota 100 ancora valida(www.greenstyle.it)
Con l’avvicinarsi del 2026, il sistema pensionistico italiano si prepara a importanti novità che riguardano l’età pensionabile.
Questi cambiamenti derivano principalmente dal meccanismo di adeguamento automatico all’aspettativa di vita, che continuerà a spostare sempre più avanti l’età di uscita dal lavoro.
Dal 2027 scatterà un aumento di un mese nell’età per la pensione di vecchiaia, che passerà da 67 anni a 67 anni e un mese. L’anno successivo, nel 2028, l’età richiesta salirà ulteriormente a 67 anni e tre mesi. Per quanto riguarda la pensione anticipata, i requisiti contributivi si incrementeranno: per gli uomini si passerà da 42 anni e 10 mesi a 42 anni e 11 mesi nel 2027, e a 43 anni e un mese dal 2028; per le donne da 41 anni e 10 mesi a 41 anni e 11 mesi nel 2027, salendo a 42 anni e un mese nel 2028.
Questi adeguamenti sono stati parzialmente mitigati dalla legge di bilancio 2026, che ha previsto un rallentamento nell’aumento legato alla speranza di vita, limitando l’incremento a un mese nel 2027 e a due mesi nel 2028, anziché i tre mesi previsti dal meccanismo originario.
Un’importante esclusione riguarda i lavoratori impiegati in attività usuranti e gravose, per i quali l’aumento dei requisiti pensionistici sarà congelato fino al 2028. Questo riguarda circa il 2% dei nuovi pensionati, una platea ristretta ma significativa per il sistema previdenziale.
Stop a Quota 103 e Opzione Donna, proroga per l’Ape Sociale
La bozza della legge di bilancio 2026 conferma la fine di due misure temporanee introdotte negli ultimi anni per favorire pensionamenti anticipati: Quota 103 e Opzione Donna non saranno infatti rinnovate.
Quota 103, nata come misura sperimentale per consentire il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 anni di contributi, prevede il ricalcolo contributivo dell’assegno, con una significativa riduzione dell’importo rispetto al calcolo tradizionale. Questa misura ha registrato un utilizzo limitato e sarà quindi abbandonata.
Parallelamente, la misura di pensionamento anticipato dedicata alle donne, Opzione Donna, che richiede almeno 61 anni di età e 35 anni di contributi con ricalcolo contributivo, non verrà prorogata. Introdotta nel 2004 per riconoscere le difficoltà specifiche delle lavoratrici, l’Opzione Donna ha subito diverse modifiche nel tempo, restringendo progressivamente la platea delle beneficiarie e mantenendo il vincolo del calcolo contributivo, spesso penalizzante.
Resta invece attiva e prorogata per un ulteriore anno l’Ape Sociale, uno strumento rivolto ai lavoratori con almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi, che si trovano in condizioni di difficoltà quali disoccupazione, invalidità, attività gravose o ruolo di caregiver. Questa misura continua ad essere un importante scivolo pensionistico per categorie particolarmente vulnerabili.

Fra le novità del sistema previdenziale per il biennio 2024-2025 si conferma la possibilità della pensione anticipata flessibile, che consente ai lavoratori dipendenti e autonomi di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, a condizione di cessare il rapporto di lavoro.
Il trattamento pensionistico viene liquidato secondo il sistema contributivo e prevede finestre di attesa variabili: 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per i dipendenti pubblici, con decorrenze particolari per comparti come scuola e AFAM. È importante sottolineare che la pensione anticipata flessibile non è cumulabile con i redditi da lavoro, fatta eccezione per redditi da lavoro autonomo occasionale entro il limite annuo di 5.000 euro lordi.
La domanda per questa prestazione può essere presentata online all’INPS, tramite Contact Center o enti di patronato.
Il futuro delle pensioni: nuove ipotesi e proposte in discussione
Nel contesto delle riforme pensionistiche, si valuta ancora la possibilità di bloccare o rallentare ulteriormente l’aumento automatico dell’età pensionabile, soprattutto per alcune categorie di lavoratori. Le ipotesi allo studio prevedono un congelamento dell’incremento per il biennio 2027-2028 o l’introduzione di “finestre” aggiuntive, cioè periodi di attesa supplementari di uno o due mesi per la decorrenza della pensione.
Il dibattito politico e sindacale resta acceso, con la Lega che spinge per un blocco totale dell’aumento per tutti, mentre il Ministero dell’Economia mantiene una posizione più prudente, considerando la sostenibilità finanziaria del sistema e l’andamento demografico.
