Le aziende italiane dietro la pasta LIDL: qualità riconosciuta e tradizione(wwwgreenstyle.it)
La domanda su chi produce realmente la pasta a marchio LIDL continua a suscitare interesse tra i consumatori italiani.
Dietro queste etichette, apparentemente semplici, si celano realtà industriali italiane di primo piano, confermando come la qualità e la tradizione artigianale possano convivere con i prezzi contenuti tipici della grande distribuzione.
Il gusto apprezzato e la consistenza della pasta venduta con i marchi Combino e Italiamo non sono frutto del caso. LIDL Italia ha scelto di affidarsi a produttori italiani di grande esperienza e reputazione per garantire elevati standard qualitativi. Tra le realtà più importanti coinvolte nella produzione figurano il Pastificio Dibenedetto, noto per la lavorazione di formati regionali con grano locale pugliese; il Pastificio Liguori, storico pastificio campano specializzato in pasta trafilata al bronzo; e Pasta Zara, un colosso del settore con sede in Veneto, capace di produrre grandi volumi e di esportare in oltre 100 paesi.
In particolare, Pasta Zara mantiene un forte legame con il territorio e la tradizione, pur abbracciando innovazioni produttive. L’azienda, fondata nel 1898 e con sede a Riese Pio X, ha attraversato diverse fasi di crescita e ristrutturazione, ma rimane un punto di riferimento per la pasta italiana di alta qualità. Oggi, oltre a produrre per il proprio marchio, fornisce anche pasta a marchi distributivi come quelli di LIDL, confermando così la fiducia dei gruppi della grande distribuzione nella loro capacità produttiva.
Strategie di LIDL: alta qualità, costi contenuti e trasparenza limitata
La formula di successo di LIDL nel comparto alimentare si basa su una combinazione di criteri precisi: alta qualità dei prodotti, prezzi competitivi e assenza di pubblicità tradizionale. La scelta di non apporre il nome del produttore sulle confezioni – una pratica comune nel mondo dei discount – permette di mantenere i costi sotto controllo, sfruttando economie di scala e riducendo le spese di marketing.
Nonostante ciò, la qualità della materia prima non è sacrificata. Le tecniche tradizionali di produzione, come la trafilatura al bronzo e l’essiccazione lenta, sono rispettate anche nei lotti destinati ai marchi propri, garantendo un prodotto che mantiene standard qualitativi elevati. Questo approccio ha contribuito a modificare la percezione del discount in Italia, trasformandolo da sinonimo di risparmio a quello di un’alternativa sostenibile e affidabile nella grande distribuzione.

Nel dibattito sulla provenienza della semola utilizzata per la pasta, va sottolineato che la pasta 100% italiana rappresenta ancora una quota di mercato limitata ma in crescita. Marchi come Voiello (parte del gruppo Barilla), Granoro Dedicato e alcuni produttori locali come Di Martino, Gentile e Dei Campi nel consorzio “Gragnano città della pasta IGP” propongono linee di pasta realizzate esclusivamente con grano duro italiano, spesso con varietà antiche come Senatore Cappelli o Saragolla.
La qualità della semola italiana è superiore o pari a quella importata, con un contenuto proteico che può superare il 13-14%, elemento che si riflette anche nel prezzo finale. Infatti, la pasta realizzata con grano italiano ha un costo all’ingrosso mediamente superiore del 15% rispetto a quella prodotta con grani importati, e questo si traduce in un prezzo più elevato al consumatore, mediamente tra 0,22 e 0,25 euro per 100 grammi contro i 0,12-0,15 euro della pasta standard. Tuttavia, questa differenza è accessibile a molti consumatori, soprattutto in un contesto dove cresce la domanda di prodotti tracciabili e di qualità certificata.
