Rottamazione, nuove regole: chi rischia di rimanere fuori - Greenstyle.it
Nuove regole per la rottamazione dei debiti: chi potrà richiederla e chi invece resterà escluso. Tutto quello che c’è da sapere.
Il Governo italiano sta delineando una nuova versione della rottamazione dei debiti fiscali, rivolta esclusivamente a una platea più ristretta di contribuenti.
L’intento è quello di limitare la sanatoria ai casi di reale difficoltà economica, concentrandosi sugli avvisi bonari e escludendo chi ha omesso di dichiarare, in tutto o in parte, i propri redditi, con un impatto più contenuto sulle casse pubbliche.
Nuove regole per la rottamazione dei debiti fiscali
La proposta in esame prevede di applicare la nuova rottamazione unicamente ai contribuenti che hanno ricevuto avvisi bonari, ovvero in situazioni in cui il soggetto ha correttamente dichiarato al Fisco o all’INPS, ma non ha proceduto al pagamento o ha commesso errori nei versamenti. Questa scelta esclude dalla sanatoria i casi più gravi di omessa dichiarazione o evasione, garantendo così una maggiore equità e sostenibilità finanziaria.
L’esclusione riguarda anche multe e tributi locali, con l’obiettivo di prevenire ulteriori complicazioni e discussioni a livello comunale riguardo l’adesione alla sanatoria. Le risorse stanziate per questa operazione non dovrebbero superare i tre miliardi di euro nell’arco di tre anni, a conferma della volontà di limitare l’impatto sulle finanze pubbliche.
Gli avvisi bonari si suddividono in due tipologie principali: controlli formali, nei quali il contribuente deve fornire documentazione a supporto di spese detraibili o deducibili, e liquidazioni di imposte già dichiarate ma non pagate, accertate tramite l’incrocio dei dati con i pagamenti effettuati tramite modello F24. In caso di mancata risposta o pagamento, il Fisco procede al recupero con sanzioni e interessi.
Modalità di pagamento e semplificazioni
Per rendere più accessibile la misura, si sta valutando l’eliminazione della maxi rata iniziale prevista nell’ultima rottamazione, che aveva escluso numerosi contribuenti incapaci di sostenere l’esborso immediato. Inoltre, per evitare la decadenza automatica dal beneficio con il mancato pagamento di una sola rata, la revoca scatterebbe solo dopo due rate non versate, offrendo una maggiore flessibilità.
Il pagamento potrà essere dilazionato fino a un massimo di nove anni (108 rate) per i debiti più elevati, mentre per la maggior parte dei contribuenti con cartelle inferiori ai 5.000 euro il piano sarà più breve e proporzionato all’importo, con una rata minima ipotizzata di 50 euro. Ad esempio, un debito di 2.000 euro potrebbe essere estinto in 40 rate mensili. Questa struttura mira a favorire il rientro dei contribuenti in difficoltà economica senza gravare eccessivamente sulla loro liquidità mensile, un aspetto importante per garantire l’efficacia della rottamazione.
Per evitare adesioni strumentali che potrebbero ridurre gli incassi attesi, come accaduto nelle precedenti rottamazioni, il Governo ha previsto un sistema di controlli mirati. Questi controlli verificheranno il rispetto degli impegni da parte dei contribuenti, assicurando che la misura sia utilizzata da chi è realmente in difficoltà e non da chi tenta di ottenere indebitamente benefici. Questa attenzione ai controlli rappresenta una novità rispetto al passato, quando le rottamazioni erano spesso caratterizzate da una minore capacità di monitoraggio, con conseguenti effetti negativi sui bilanci pubblici.

Rispetto alle misure adottate in passato, la nuova rottamazione presenta alcune differenze sostanziali. In primis, la nuova misura è rivolta esclusivamente a chi ha dichiarato il debito ma non ha pagato, mentre le precedenti rottamazioni includevano anche contribuenti con debiti accertati dopo controlli più approfonditi. Ma attenzione: restano esclusi i casi di redditi non dichiarati e le multe o tributi comunali, diversamente da alcune rottamazioni passate che prevedevano inclusioni più ampie. Queste modifiche puntano a rendere la nuova rottamazione uno strumento più equo e sostenibile, calibrato sulle reali capacità di pagamento dei contribuenti e con un maggior controllo sugli abusi.
