La regola del 70-20-10: filosofia e applicazione pratica - Greenstyle.it
In un contesto economico complesso, caratterizzato da inflazione, molte famiglie si trovano in difficoltà nel mettere da parte risparmi.
La crescente incertezza sul reddito e l’aumento del costo della vita spingono a cercare metodi efficaci di gestione del bilancio personale. Tra le strategie più apprezzate e attuali per migliorare la capacità di risparmio si conferma la regola del 70-20-10, un modello semplice ma concreto che si adatta alle esigenze di chi ha un reddito medio-basso o variabile. Scopriamo come funziona e perché può fare la differenza.
La tradizionale formula di gestione del denaro personale del tipo 50-20-30, che prevede il 50% delle entrate per le spese essenziali, il 20% per il risparmio e il 30% per il tempo libero, si è rivelata spesso difficile da applicare nella realtà di molte famiglie italiane. La regola del 70-20-10 offre invece una ripartizione più realistica e adatta alle nuove condizioni economiche:
- 70% delle entrate destinato alle spese correnti, come affitto o mutuo, bollette, generi alimentari e altre necessità quotidiane;
- 20% riservato al risparmio, ovvero una quota da mettere in un “salvadanaio virtuale” da non toccare se non in casi di emergenza o per obiettivi a lungo termine;
- 10% dedicato al rimborso di debiti e rate, riconoscendo che molti italiani si appoggiano a finanziamenti per gestire acquisti o spese impreviste.
Questa strategia, più stringente nell’allocazione delle risorse, consente di costruire un fondo di emergenza e di evitare l’uso indiscriminato del credito, un aspetto cruciale in un periodo in cui il mercato del lavoro è caratterizzato da una crescente precarietà.
Strategie complementari per ottimizzare il risparmio familiare
Oltre a seguire la suddivisione 70-20-10, è fondamentale adottare comportamenti quotidiani che limitino le uscite e favoriscano il risparmio. Tra le pratiche consigliate:
- Pianificazione e preparazione dei pasti in casa: cucinare autonomamente riduce drasticamente le spese rispetto a pranzi e cene fuori, mentre la ricerca di offerte e l’uso di carte fedeltà o app di sconto nei supermercati possono ulteriormente contenere i costi alimentari.
- Risparmio energetico domestico: spegnere le luci non necessarie, scollegare gli apparecchi in standby e regolare con attenzione il termostato sono accorgimenti semplici che possono abbattere il costo delle bollette. L’impiego di elettrodomestici a basso consumo rappresenta un investimento che si ripaga nel medio-lungo termine.
- Revisione delle spese ricorrenti: valutare la possibilità di rinegoziare tariffe di assicurazioni, abbonamenti o servizi vari, oppure scegliere alternative più economiche, aiuta a liberare risorse da destinare al risparmio.
- Controllo degli acquisti impulsivi, riflettendo sulle reali necessità prima di sostenere spese significative.
Questi accorgimenti, integrati con la regola del 70-20-10, possono trasformare la gestione del bilancio familiare, consentendo di mettere da parte soldi ogni mese anche in presenza di redditi limitati.

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Parallelamente alle strategie individuali di risparmio, si rinnova il dibattito sul reddito di base universale (UBI) come strumento di stabilizzazione economica e sociale. L’UBI prevede l’erogazione di una somma fissa e regolare a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status lavorativo, con l’obiettivo di garantire un livello minimo di sussistenza.
Negli ultimi anni sono state condotte sperimentazioni in vari Paesi, inclusa la Finlandia, che ha testato un progetto pilota con risultati positivi in termini di benessere e occupazione. L’idea di un reddito di base torna a farsi strada soprattutto in risposta alle trasformazioni del mercato del lavoro causate dall’automazione e dall’intelligenza artificiale (IA), fenomeni che, secondo dati OCSE aggiornati al 2024, mettono a rischio fino al 14% dei posti di lavoro nei Paesi industrializzati, con un altro 32% potenzialmente modificato nei compiti.
Personalità come Elon Musk hanno sottolineato come l’IA possa sostituire molti lavori tradizionali, rendendo il reddito universale non solo una misura di equità, ma un necessario ammortizzatore sociale. In questo scenario, l’UBI potrebbe agevolare l’adattamento dei lavoratori alle nuove competenze richieste, sostenendo il passaggio verso economie sempre più digitalizzate.
Tuttavia, le sfide per l’attuazione di un reddito di base sono molteplici: il costo stimato per un’adozione su scala europea si aggira intorno al 17% del PIL della zona euro, richiedendo riforme strutturali, nuove fonti di finanziamento (come una possibile tassa sull’IA o sulla ricchezza) e un ampio consenso politico, attualmente difficile da raggiungere.
