Greenstyle Ambiente Animali Milioni di tartarughe nascono in India: merito della quarantena

Milioni di tartarughe nascono in India: merito della quarantena

Nascita massiccia di tartarughe sulla spiagge dell'India, dopo la deposizione record di qualche settimana fa: si tratta di milioni di esemplari.

Milioni di tartarughe nascono in India: merito della quarantena

Fonte immagine: Pixabay

Milioni di piccole tartarughe stanno emergendo dalle sabbie dell’India, dopo la deposizione di uova record di qualche settimana fa. Merito delle restrizioni in corso per limitare la diffusione del nuovo coronavirus: l’assenza dell’uomo dalle spiagge ha garantito alle tartarughe un habitat idilliaco per una riproduzione senza pari.

Così come confermato da un video pubblicato da RTE, negli ultimi giorni è cominciata la schiusa di moltissime uova di Lepidochelys olivacea, nota anche come tartaruga bastarda olivacea, sulle spiagge di Rushikulya. Questa specie deposita le uova proprio verso la fine dell’inverno e la nascita dei piccoli avviene all’incirca dopo 45 giorni.

Considerati i due mesi di lockdown che hanno coinvolto la gran parte del mondo, India compresa, le tartarughe hanno potuto agire indisturbate sulle spiagge. L’assenza dell’uomo ha portato a un ritmo record nella deposizione, tanto che le autorità locali stimano che sulle spiagge dell’India vi siano sotterrate addirittura 60 milioni di uova.

Così come già ampiamente noto, le tartarughe raggiungono le spiagge per scavare delle profonde buche, dove le uova possano rimanere protette e alla giusta temperatura per tutto il periodo di crescita dei piccoli. Quando la presenza dell’uomo è però molto insistente e invasiva, questi animali tendono a scegliere luoghi più remoti e protetti per la costruzione dei nidi, alterando anche i loro normali ritmi biologici.

Aperto l’uovo e raggiunta la superficie sabbiosa, le piccole tartarughe seguono l’istinto per raggiungere immediatamente l’acqua. Di queste, solo una ridotta parte arriverà all’età adulta: alcune vengono catturate da gabbiani e altri uccelli predatori prima ancora che possano tuffarsi nell’oceano, altre entreranno nella catena alimentare dei più comuni animali marini.

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