Greenstyle Ambiente Animali Tartarughe delle Galapagos, evitata l’estinzione

Tartarughe delle Galapagos, evitata l’estinzione

Ottime speranze per la sopravvivenza di alcune tartarughe giganti delle Galapagos: i progetti di ripopolamento hanno scongiurato il rischio estinzione.

Tartarughe delle Galapagos, evitata l’estinzione

Si è discusso spesso del destino delle tartarughe delle Galaaogos, in particolare dopo la morte dell’ultimo esemplare esistente di Geochelone Abingdoni, la stessa varietà studiata da Darwin. Per le altre testuggini dell’arcipelago, tuttavia, torna la speranza: uno studio scientifico pubblicato su Plos One rivela come siano al sicuro dal rischio d’estinzione.

La ricerca è stata condotta dal SUNY College of Environmental Science and Forestry: il team di studiosi ha analizzato a fondo la presenza di tutte le tartarughe sulle isole esotiche, in particolare delle varietà giganti imparentate proprio con quella di Darwin. A quanto pare, i progetti di ripopolamento avviati sin dagli anni ’70 hanno portato ai risultati sperati: il rischio di estinzione sarebbe stato scongiurato. Così spiega James P. Gibbs, a capo dello studio:

La popolazione è al sicuro. È un raro esempio di come i biologi e i gestori possano collaborate per salvare delle specie sull’orlo dell’estinzione.

Negli anni ’60 si contavano pochissimi esemplari di tartarughe giganti, soprattutto della specie Chelonoidis niger, tanto che il numero pare fosse inferiore a 15. Grazie al ripopolamento di esemplari allevati in cattività, e a un progetto internazionale inaugurato nel 1975, le testuggini oggi disponibili sono circa 1.000. La metà delle quali, stando alle ultime rilevazioni del 2007, risalirebbe proprio alle prime introduzioni degli anni ’70. Pur rimanendo all’interno della vulnerabilità di specie, si allontana così il rischio queste tartarughe possano scomparire definitivamente.

Quella della Galapagos è una storia particolare, il cui impatto su vegetazione e animali deriva fortemente dagli abusi dell’uomo. Così come Gibbs spiega, sin dal diciannovesimo secolo l’arcipelago è stato invaso di capre portate dai colonizzatori, le quali hanno devastato la flora locale minacciando le specie autoctone. Nonostante gli erbivori siano stati progressivamente rimossi, la biodiversità è rimasta irrimediabilmente modificata. Se si aggiunge anche la caccia di frodo, è facile comprendere come le tartarughe siano andate incontro alla morte per un habitat tutt’altro che consono alle loro necessità.

Questo è un miracoloso successo di conservazione raggiunto dal Galapagos National Park Service, ma c’è ancora molto lavoro da fare per recuperare completamente l’ecosistema da cui queste rare tartarughe dipendono.

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