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Mascherine monouso a scuola, si teme impatto ambientale

Ritorno a scuola con potenziali rischi per l'ambiente, ecologisti preoccupati dal possibile utilizzo di 11 milioni di mascherine monouso al giorno.

Mascherine monouso a scuola, si teme impatto ambientale

Fonte immagine: iStock

Il ritorno a scuola degli studenti sarà all’insegna di mascherine chirurgiche monouso. Sulla base di quanto richiesto dal Comitato Tecnico Scientifico saranno circa 11 milioni i DPI forniti gratuitamente ogni giorno ai ragazzi italiani. Secondo le stime ciò corrisponderà a circa 44 tonnellate di rifiuti. Preoccupazione per il possibile impatto ambientale da parte del mondo ambientalista ed ecologista.

Tra i primi a criticare il provvedimento arrivate Stefano Vignaroli, presidente della Commissione Ecomafie. Secondo Vignaroli il piano sarebbe sbagliato su tutta la linea e dovrebbe essere immediatamente corretto:

Proteggere la salute dei ragazzi è sacrosanto. Lo stesso obiettivo si può ottenere con le mascherine di comunità, evitando una enorme mole di usa e getta che va ad appesantire il nostro sistema impiantistico per il trattamento dei rifiuti. Inoltre non è certo educativo per i ragazzi, ai quali invece la scuola dovrebbe dare il buon esempio anche sul fronte della difesa dell’ambiente.

Mascherine monouso a scuola, critiche di Fondazione Univerde e Legambiente

Diverse sono le voci contrarie al piano indicato per il ritorno a scuola degli studenti dopo la fase emergenziale del Coronavirus. Tra queste anche l’ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ora presidente della Fondazione Univerde:

L’utilizzo dell’usa e getta amplificato nelle scuole è altamente diseducativo e rischia di innescare anche fenomeni speculativi, moltiplicando sia i costi economici che ambientali. È ovvio che la sicurezza sanitaria deve essere messa al primo posto ma ci sono moltissimi prodotti certificati e validati da un punto di vista sanitario che sono riutilizzabili e riciclabili.

Duro anche Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, che sottolinea il controsenso tra le richieste del Commissario Arcuri e le certificazioni fornite dal Ministero della Salute:

Non ha senso da un punto di vista sanitario visto che fino ad oggi è stata data la possibilità di utilizzare quelle di comunità. Ci sono in circolazione mascherine riutilizzabili certificate dal Ministero della Salute che sono uguali alle mascherine chirurgiche usa e getta. Al CTS e al Commissario Arcuri, dunque, chiediamo di non fornire 11 milioni al giorno di mascherine monouso ma fornire 11 milioni di mascherine riutilizzabili certificate fornendo agli studenti tutte le informazioni su come lavare e stirare questi dispositivi.

Il rischio che si sta correndo è di fare lo stesso disastro che si sta facendo con i banchi monoposto per i quali non ci risulta sia stata fatta una valutazione ambientale, avviando a riciclo i vecchi banchi e garantendo forniture di nuovi banchi fatti un primis da banchi riciclati. Dopo questo pasticcio evitiamo di farne un altro.

Fonte: Adnkronos

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