Guadagni in meno 10 anni, questo titolo di Stato è perfetto per un investimento - Greenstyle.it
Altissimo guadagno in meno di 10 anni, questo titolo di Stato è una vera occasione per chi vuole investire senza grandi rischi.
Nel contesto odierno dei mercati obbligazionari, la ricerca di titoli di Stato che garantiscano un rendimento elevato e una durata contenuta rappresenta una sfida per gli investitori.
Dopo il periodo in cui il BTP decennale italiano ha offerto rendimenti superiori al 4%, con punte che hanno raggiunto il 5% nell’ottobre 2023, la discesa dei tassi e dell’inflazione ha ridotto il rendimento effettivo a scadenza attorno al 3,53%. Nonostante ciò, esistono ancora opportunità interessanti all’estero, in particolare nel Regno Unito, dove un titolo sovrano presenta un rendimento decisamente superiore.
Il confronto tra BTP e Gilt inglese: rendimento e durata
Nel panorama europeo, i titoli di Stato con scadenza decennale offrono generalmente rendimenti compresi tra il 2,7% della Germania e il 3,5-3,6% dei BTP italiani. Per ottenere ritorni più elevati con scadenze inferiori ai dieci anni, è necessario rivolgersi a emittenti sovrani extra Eurozona, come alcuni Stati dell’Est Europa o, più interessante, al Regno Unito. In particolare, il Gilt britannico con scadenza 31 luglio 2035, emesso il 9 settembre 2020 con codice ISIN GB00BMGR2916, offre oggi un rendimento effettivo a scadenza di circa il 4,7%, nonostante una cedola nominale molto bassa dello 0,625% annuo.
Questo titolo ha un flottante robusto di 34,8 miliardi di sterline, ma presenta volumi di scambio limitati sul mercato italiano MOT, elemento da considerare per chi è attento al rischio liquidità. Nel confronto con i BTP italiani, emerge che il titolo britannico, a fronte di una cedola molto più contenuta, riesce a garantire un rendimento superiore grazie alla quotazione attuale ampiamente sotto la parità (circa 68,4 sterline per ogni 100 nominali). Per esempio, un recente BTP decennale emesso il 28 agosto 2025 con ISIN IT0005648149 offre una cedola annua del 3,60%, cioè oltre cinque volte superiore a quella del Gilt, ma con un rendimento effettivo inferiore a causa del prezzo di mercato.
L’investimento in un titolo come il Gilt 31/07/2035 comporta alcune incognite, tra cui il rischio di liquidità, di mercato e soprattutto il rischio di cambio tra euro e sterlina. Quest’ultimo rappresenta l’incertezza più significativa: il valore finale in euro dipenderà dall’andamento del cambio €/£ al momento del rimborso o di eventuali vendite anticipate. Il cambio euro/sterlina ha oscillato negli ultimi anni in un intervallo piuttosto ampio, tra 0,825 e 0,92, con punte di volatilità legate a eventi geopolitici e macroeconomici.

Le previsioni più recenti dell’Agenzia di Previsione Economica indicano un rafforzamento dell’euro fino ad aprile 2026 (con un picco stimato a 0,921), seguito da una fase di indebolimento fino a giugno 2028, quando il cross potrebbe raggiungere 0,843. Nei mesi successivi fino al 2029, il cambio si manterrebbe tra 0,865 e 0,919. Questi dati evidenziano come la redditività finale dell’investimento in Gilt dipenda fortemente dall’evoluzione del tasso di cambio e dal momento in cui l’investitore decide di liquidare la posizione. La duration modificata di questo titolo, pari a 9,1, sottolinea inoltre la sensibilità del prezzo alle variazioni dei tassi di interesse.
Il rendimento lordo annuo a scadenza del 4,7% offerto dal Gilt britannico si presenta oggi come una delle poche alternative valide per chi desidera un titolo di Stato con rendimento elevato e durata inferiore ai dieci anni al di fuori del perimetro MEF. Il rating AA assegnato dalle principali agenzie conferma la solidità creditizia del Regno Unito, anche se le tensioni sul debito pubblico britannico restano un fattore da monitorare.
Investire in questo tipo di obbligazione richiede una valutazione attenta della propria propensione al rischio, della volatilità potenziale legata ai mercati valutari e all’andamento dei tassi di interesse, nonché della liquidabilità del titolo. La scelta tra un BTP e un Gilt deve quindi considerare non solo il rendimento nominale o effettivo, ma anche le dinamiche macroeconomiche e i rischi specifici associati a ciascun emittente sovrano.
