La tutela del lavoratore caregiver: il caso della Corte d’Appello di Roma(www.greenstyle.it)
La tutela dei lavoratori caregiver che assistono familiari con disabilità è stata oggetto di una recente e importante pronuncia giudiziaria.
La decisione della Corte d’Appello di Roma ha infatti stabilito che il trasferimento del lavoratore, motivato da esigenze aziendali, è vietato anche quando la disabilità assistita non è riconosciuta come grave, a meno che non sussistano motivazioni aziendali urgenti e reali.
La vicenda giudiziaria riguarda una lavoratrice che, titolare dei benefici della Legge 104 in qualità di caregiver di un familiare con disabilità non grave, si è opposta al trasferimento dalla sede di lavoro di Roma a quella di La Spezia. Licenziata per il rifiuto, la dipendente ha impugnato il provvedimento sottolineando che il suo diritto all’assistenza non veniva meno nonostante l’assenza del riconoscimento della gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge.
È bene ricordare che la Legge 104/1992 distingue tra handicap grave (art. 3 comma 3), che dà diritto a permessi retribuiti e congedi straordinari secondo la legge 151/2001, e handicap non grave (art. 3 comma 1), per il quale tali agevolazioni non sono previste. Tuttavia, la Corte ha ribadito che il diritto al mantenimento della sede di lavoro è garantito anche ai caregiver di persone con handicap non grave, purché il datore di lavoro non dimostri la necessità improrogabile di un trasferimento per esigenze aziendali effettive.
Questa pronuncia segna una svolta significativa nella protezione dei lavoratori caregiver, poiché amplia la portata delle tutele previste dalla normativa vigente, andando oltre la distinzione tradizionale tra handicap grave e non grave.
Il valore delle sentenze rispetto alla norma
È fondamentale precisare che, nonostante l’importanza della sentenza della Corte d’Appello di Roma, le decisioni giudiziarie non hanno valore di legge nel sistema giuridico italiano. Esse rappresentano un precedente che può orientare altri giudici ma non modificano in modo definitivo la normativa. La Legge 104/1992 rimane la fonte primaria che disciplina i diritti delle persone con disabilità e dei loro caregiver.
In particolare, la sentenza della Cassazione Civile, Sezione Lavoro, n. 25863 del 1º settembre 2022 ha già riconosciuto la tutela del lavoratore che assiste un familiare con disabilità non grave, ribadendo il divieto di trasferimento senza giustificati motivi. Tuttavia, questo orientamento può subire variazioni in base a nuove pronunce o modifiche legislative.
Per chiarimenti specifici, è possibile consultare esperti o inviare quesiti a indirizzi dedicati, come quello indicato nell’ambito dell’informazione giuridica.

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La Legge 104/1992, legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità, ha subito diverse modifiche nel corso degli anni. L’ultima novità rilevante riguarda i decreti legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri il 3 novembre 2023, che a partire dal 1º gennaio 2025 affidano all’INPS la gestione del procedimento di valutazione e certificazione della disabilità attraverso una valutazione bio-psico-sociale integrata al riconoscimento dell’invalidità civile.
Questa riforma mira a semplificare e uniformare le modalità di accertamento, favorendo un approccio più completo all’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità.
Sul fronte giurisprudenziale, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza C-38/24 dell’11 settembre 2025, ha stabilito che il principio di non discriminazione si estende anche al caregiver, imponendo al datore di lavoro l’obbligo di adottare misure ragionevoli per conciliare lavoro e assistenza al familiare con disabilità grave, purché tali misure non comportino oneri sproporzionati all’azienda.
Inoltre, la Cassazione con l’ordinanza n. 23185 del 12 agosto 2025 ha precisato che l’assistenza può essere prestata anche in orari serali o notturni, purché giustificata e reale, ampliando così la nozione di cura e supporto al familiare disabile.

La distinzione tra handicap grave e non grave ha implicazioni importanti in termini di permessi lavorativi. I lavoratori con handicap grave (art. 3 comma 3) e coloro che assistono familiari in tale condizione possono usufruire di permessi retribuiti mensili (tre giorni) e congedi straordinari. Per l’handicap non grave (art. 3 comma 1), invece, non sono previsti permessi retribuiti, ma la recente giurisprudenza sta ampliando le tutele contro trasferimenti forzati.
L’utilizzo corretto dei permessi è sottoposto a controllo da parte dei datori di lavoro, che possono procedere a sanzioni disciplinari in caso di abusi comprovati, ma sempre nel rispetto dell’obbligo di tutela del lavoratore caregiver.
Infine, è riconosciuto il diritto al posto auto riservato, un’agevolazione importante che favorisce la mobilità e la vita autonoma dei soggetti titolari della Legge 104 e dei loro assistenti.
L’evoluzione della normativa e della giurisprudenza testimonia un’attenzione crescente alla figura del caregiver e una progressiva estensione delle tutele anche in assenza di una disabilità grave, in linea con i principi costituzionali di tutela della dignità, dell’inclusione e del diritto al lavoro.
