Fatture per chirurgia estetica, chiarimenti del Fisco: che succede adesso - Greenstyle.it
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito un dettaglio importante sull’Iva e chirurgia estetica: tutto quello che c’è da sapere.
L’Agenzia delle Entrate ha fornito un importante chiarimento riguardo all’applicazione dell’IVA sulle prestazioni di anestesia in ambito di chirurgia estetica, un tema che potrebbe influenzare numerose fatture emesse nel settore medico.
Il recente intervento normativo conferma l’esenzione dal tributo per tali prestazioni, anche in assenza di una documentazione che ne certifichi la natura terapeutica.
Prestazioni di anestesia nella chirurgia estetica
Secondo quanto stabilito nell’articolo 10, primo comma, n. 18) del Decreto del Presidente della Repubblica n. 633/1972, le prestazioni rese da medici anestesisti nell’ambito di interventi di chirurgia estetica sono esenti da IVA. Questo regime di esenzione, confermato dalla risoluzione n. 42/2025 dell’Agenzia delle Entrate, non richiede più l’allegato di un’attestazione medica o altra documentazione che ne comprovi la finalità terapeutica. La novità sta proprio nella semplificazione documentale: la prestazione di anestesia, anche se effettuata durante interventi a scopo estetico e non terapeutico-curativo, è comunque considerata un atto con finalità terapeutiche.
Ciò deriva dal fatto che l’anestesia ha l’obiettivo di tutelare, mantenere e stabilizzare le condizioni vitali del paziente durante l’operazione chirurgica. Questa interpretazione ufficiale rappresenta un cambiamento significativo che potrebbe incidere su molte fatture emesse da anestesisti e studi medici specializzati in chirurgia estetica. Fino ad oggi, la necessità di allegare una certificazione che dimostrasse la natura terapeutica della prestazione aveva generato incertezze e, in alcuni casi, l’applicazione dell’IVA.
Con il nuovo chiarimento, le prestazioni di anestesia in chirurgia estetica sono equiparate a quelle tipiche della medicina terapeutica, facilitando il lavoro di medici e strutture sanitarie dal punto di vista fiscale. Inoltre, questo indirizzo normativo permette di evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate e snellisce l’iter burocratico.

Il settore della chirurgia estetica continua a registrare una crescita significativa, sia in termini di domanda che di innovazione tecnologica. La regolamentazione fiscale degli interventi e delle prestazioni correlate, come quella dell’anestesia, è pertanto fondamentale per garantire trasparenza e correttezza nei rapporti tra professionisti e pazienti.
L’esenzione dall’IVA per le prestazioni anestesiologiche in ambito estetico riconosce implicitamente il ruolo cruciale di queste procedure nel garantire la sicurezza e la stabilità clinica durante gli interventi, anche quando l’obiettivo dell’operazione non è strettamente terapeutico. Resta invece da monitorare l’evoluzione delle normative relative ad altre tipologie di prestazioni mediche nel settore estetico, per comprendere appieno l’impatto fiscale complessivo.
Gli aggiornamenti forniti dall’Agenzia delle Entrate rappresentano un esempio di come la legislazione fiscale possa adattarsi alle specificità della pratica medica contemporanea, offrendo certezze e semplificazioni necessarie per un settore in continua trasformazione.
