
Figli non conviventi e familiari a carico: aspetti pratici e compilazione (www.greenstyle.it)
Il nuovo decreto fiscale cambia tutto: la novità per i lavori dipendenti sorprende. Ecco cosa è stato stabilito dal neo provvedimento.
E’ stato approvato lo scorso 21 Giugno 2025 il decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale: un provvedimento che apporta notevoli novità sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi, e da diversi punti di vista è stato accolto dall’associazioni rappresentative in senso positivo. II decreto ha definito diverse semplificazioni a vantaggio sia del datore di lavoro che del dipendente, inoltre ha prorogato al 21 luglio il pagamento delle tasse senza maggiorazione per le partite Iva.
Ma la novità più eclatante è riferita ai lavori dipendenti, una novità che stravolge le norme attualmente in vigore e mira a risolvere un’incompatibilità riguardo ad alcune spese sostenute dal dipendente. Del resto la materia ha sempre avuto una particolare attenzione e va disciplinata in modo equo e facilitato sia per i lavoratori che l’impresa che deve farsi carico di determinati costi. Il neo decreto fiscale infatti ha posto al centro dell’attenzione la tracciabilità dei rimborsi per le spese di viaggio sostenute nel territorio italiano e all’estero.
La nuova normativa prevede una semplificazione nel rimborso di tali costi e ha posto una novità non indifferente che riguarda soprattutto la tracciabilità dei costi sostenuti dal lavoratore. Fino ad oggi le spese di trasferta andavano tracciate e documentate sia che avvenivano in Italia che all’estero, per venire incontro alle richieste di lavoratori e imprese il governo ha messo mano al caso e ha stabilito che per la determinazione dei redditi di lavoro autonomo la deducibilità delle spese di viaggio, vitto e alloggio, sostenute all’estero anche se effettuate con mezzi non tracciabili.
Tracciabilità delle spese di trasferta: cosa cambia
La tracciabilità delle spese di trasferta secondo la legge di Bilancio entrata in vigore il 1 Gennaio 2025 grava una doppia pressione fiscale sia sul dipendente che sull’impresa. Il rimborso spese dato al lavoratore è sottoposto a tassazione, mentre il datore di lavoro non può dedurre i costi rimborsati ai dipendenti.

Principi che si applicano sia per le spese all’estero che quelle in Italia. Il che ha reso necessario riscrivere la norma adeguandola anche alle nuove regole di tassazione del lavoro autonomo introdotte con la riforma fiscale e in particolare con il Dlgs Irpef-Ires. Un intervento che è stato ritenuto necessario e che apporta un cambiamento non indifferente in una materia per molti cavillosa, non sempre chiara, e che limita da diversi punti di vista l’evasione fiscale evitando allo stesso tempi di penalizzare troppo i lavoratori ma anche le imprese.