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HIV: i cani migliorano la salute dei sieropositivi

I cani migliorano la salute dei pazienti sieropositivi, riducendo ansia e depressione e aumentando l'aderenza ai farmaci: lo rivela uno studio.

HIV: i cani migliorano la salute dei sieropositivi

Fonte immagine: Amfroey via Shutterstock

La compagnia di un cane può risultare molto benefica per i pazienti sieropositivi, tanto da estenderne le aspettative di vita. È quanto svela uno studio pubblicato su JMIR, nel sottolineare come la vicinanza di un animale riduca fortemente i fenomeni depressivi o ansiosi, incentivando invece l’aderenza alla terapia antiretrovirale.

La ricerca è stata condotta dal team di Robert Garofalo, specialista in medicina adolescenziale e di supporto presso l’ospedale Ann & Robert H Lauren di Chicago. L’equipe ha coinvolto un campione rappresentativo di 199 pazienti sieropositivi, di età superiore ai 18 anni, sottoponendoli a una survey online per il progetto “When Dogs Heal”. I ricercatori hanno quindi raccolto alcuni dati demografici, come etnia, genere, età, nonché l’eventuale accudimento di animali domestici e la propria esperienza con la depressione.

Precedenti studi hanno infatti rilevato come i pazienti HIV+ siano doppiamente esposti, rispetto alla popolazione generale, a disturbi d’ansia o depressione. Un fatto non solo dovuto all’accettazione della patologia o ai cambiamenti nello stile di vita, ma anche e soprattutto per lo stigma che ancora ingiustamente circonda l’infezione. È quindi emerso come gli stati depressivi e i disturbi dell’umore influiscano pesantemente sull’aderenza alla terapia antiretrovirale, una conseguenza pericolosa poiché l’assunzione regolare e controllata dei farmaci è essenziale per mantenere a bada il virus e assicurare un’esistenza lunga e serena. Ritmi irregolari e dimenticanze, infatti, possono stimolare la resistenza stessa del virus alle molecole prescelte.

Degli intervistati, ben 184 accudiscono un animale domestico, con una prevalenza per i cani (92.5%). Il soggetto tipo del campione è rappresentato da un uomo di circa 49 anni, diagnosticato all’età di 32, bianco, di media o buona posizione sociale e omosessuale. Dei proprietari di cani, il 68.9% ha adottato un quadrupede dopo la diagnosi, di questi per il 91.3% si tratta di un esemplare domestico rispetto a un cane addestrato o guida. Dall’analisi, è emerso come i soggetti privi della compagnia di un animale abbiano delle chances 3 volte più alte di imbattersi in problemi depressivi, nonché una compliance minore sull’assunzione degli antiretrovirali.

I ricercatori hanno quindi suggerito come l’adozione di un quadrupede possa essere consigliata a tutti i pazienti sieropositivi, in alcuni casi proposta anche poco dopo la diagnosi, per i già citati effetti positivi: minore ansia e depressione, maggiore autostima, aderenza efficace al trattamento, migliori condizioni di salute e aspettative di vita.

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