Gli stipendi stanno aumentando: scopri se diventi ricco -greenstyle.it
Da quanto si apprende, ci sarebbe un aumento degli stipendi. Ora puoi intuire se sarai ricco, a seconda del lavoro che svolgi.
Nel 2025 si registra un incremento significativo delle retribuzioni in busta paga sia nel settore pubblico che in quello privato, secondo i dati più recenti forniti dall’Istat e dalle associazioni sindacali. Dopo un lungo periodo di stagnazione, gli aumenti salariali tornano finalmente a farsi sentire, anche se la strada verso il pieno recupero del potere d’acquisto è ancora lunga.
L’ultimo semestre ha visto il rinnovo di 10 contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), con un aumento medio della retribuzione oraria pari al 3,5%. Nonostante questo progresso, permangono ancora 5,7 milioni di lavoratori in attesa di nuove intese, evidenziando un margine di miglioramento nelle tempistiche di rinnovo. L’Istat sottolinea come la durata media per il rinnovo si sia ridotta da 2 anni e 3 mesi a poco più di 2 anni, un segnale positivo ma non ancora sufficiente.
Il miglioramento salariale, seppur non risolutivo, testimonia una tendenza positiva: gli incrementi non riescono ancora a compensare completamente la perdita di potere d’acquisto accumulata dal 2021, che si attesta attorno al 9% in termini reali, a causa dell’inflazione.
L’ipotesi di rinnovo del CCNL dell’Area funzioni centrali per il triennio 2022-2024, recentemente siglata all’Aran, prevede un aumento medio di 558 euro lordi mensili su 13 mensilità, con arretrati prossimi ai 10.000 euro, un’anticipazione delle migliorie che potranno interessare la pubblica amministrazione.
Incrementi salariali differenziati per settore
Le variazioni salariali risultano fortemente eterogenee a seconda dei comparti.

Nel primo semestre 2025, l’Istat ha rilevato aumenti tendenziali della retribuzione oraria così distribuiti:
- Industria: +2,3%
- Servizi privati: +2,7%
- Pubblica amministrazione: +2,9%
Tra i settori con incrementi più rilevanti spiccano i ministeri (+6,9%), i militari, la Difesa e l’energia elettrica (+6,7%), oltre alle Forze dell’ordine (+5,8%). In netto contrasto, i dipendenti di farmacie private e telecomunicazioni non hanno registrato alcun aumento.
Nel settore privato, l’aumento medio è stato del 2,6%, con punte significative in agricoltura (+5,7%), estrazione minerali (+5,2%), energia elettrica (+6,7%) e credito e assicurazioni (+5,1%). Settori come chimica (+1%) e metalmeccanico (+1,3%) hanno visto incrementi più contenuti.
Nel pubblico impiego, oltre all’incremento generale del 2,9%, si segnalano variazioni specifiche: Scuola (+2,8%), Forze dell’ordine (+5,8%), militari e Difesa (+6,7%) e Vigili del fuoco (+2,6%). Restano tuttavia ancora in attesa di rinnovo circa il 30% dei lavoratori privati e tutti i dipendenti pubblici.
Aumenti salariali e novità nel settore bancario
Un caso particolare è rappresentato dai lavoratori bancari, che a partire da settembre 2025 vedranno un aumento medio di circa 100 euro mensili in busta paga, frutto della seconda tranche dell’accordo contrattuale siglato nel 2023 tra Abi e sindacati. L’incremento complessivo previsto è di 435 euro lordi mensili, suddiviso in più fasi: 250 euro a dicembre 2023, 100 euro da settembre 2024, 50 euro a giugno 2025 e 35 euro a marzo 2026.
Gli aumenti variano in base al livello professionale: per esempio, i quadri direttivi di 4° livello riceveranno circa 134 euro, mentre gli impiegati del 1° livello riceveranno aumenti intorno ai 70 euro.
Il rinnovo contrattuale prevede anche una riduzione dell’orario di lavoro, che passerà da 37 ore e mezza a 37 ore settimanali a partire dal 1° luglio 2024, con un incremento delle ore per la formazione retribuita, salite da 8 a 13 all’anno.
Anche i bancari del Credito cooperativo (Bcc), circa 36.500 dipendenti, potranno beneficiare di un aumento di 435 euro lordi medi mensili, con la prima tranche di 300 euro in arrivo a settembre 2025 e ulteriori incrementi nei due anni successivi.
Questi dati confermano una ripresa degli aumenti salariali che interessa diversi comparti, con miglioramenti di rilievo soprattutto per il pubblico impiego e settori chiave del privato, anche se la piena copertura delle perdite inflazionistiche resta una sfida aperta.
