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Cos’è l’economia circolare? Importanza e vantaggi

L’economia circolare è un sistema economico che tiene in seria considerazione il nostro impatto sull’ambiente, e che si prefigge l’obiettivo di preservare le risorse, favorendone il riutilizzo e il prolungamento della vita media dei prodotti che utilizziamo. Ma quali potrebbero essere alcuni esempi di economia circolare?

Cos’è l’economia circolare? Importanza e vantaggi

Fonte immagine: Pixabay

Riciclo e riutilizzo, prolungamento del ciclo di vita dei prodotti, utilizzo di risorse sostenibili e riciclabili e riduzione dei rifiuti: possiamo riassumere con queste parole i principi dell’economia circolare, un modello economico del quale si sente parlare sempre più spesso, e che viene associato a temi come quello della sostenibilità ambientale e dello sviluppo eco-sostenibile.

Ma a conti fatti, cos’è questa “economia circolare”? E in cosa si distingue dal “precedente” (ma in realtà ancora pesantemente “attuale”) modello economico di tipo lineare?

Quando si parla di “economia circolare” ci si riferisce essenzialmente a un sistema economico che tiene in seria considerazione questioni ambientali impossibili da ignorare, come quello della scarsità delle risorse e dell’inquinamento causato dai rifiuti.

In che cosa consiste l’economia circolare?

Quella circolare è un’economia che si prefigge l’obiettivo di creare prodotti che siano sostenibili sia a breve che a lungo termine, beni non più “di consumo” ma di “riutilizzo”, che non finiranno in qualche discarica nel giro di un paio di anni, ma verranno utilizzati e riutilizzati più volte.

L’obiettivo di questo modello è quello di ridurre drasticamente lo sfruttamento selvaggio delle risorse che ha contraddistinto l’economia degli ultimi secoli, fondata essenzialmente su uno schema di “produzione-distribuzione-consumo-smaltimento”.

Se volessimo dare una definizione semplice di “economia circolare”, potremmo dire che si tratta di un’economia che si autorigenera, un po’ come avviene in natura, dove ogni ecosistema vive e si autoalimenta in un perfetto equilibrio.

Un simile modello economico si fonda essenzialmente su pilastri come quello della condivisione, del riutilizzo, della riparazione e riciclo dei materiali, affinché le materie prime vengano utilizzate il più a lungo termine possibile.

Ciò può avere un impatto positivo su molteplici fronti: economia circolare vuol dire ridurre la produzione di rifiuti e lo sfruttamento delle risorse, vuol dire affidarsi a materiali e fonti rinnovabili, ma vuol dire anche avere a disposizione prodotti realizzati per durare nel tempo, di qualità migliore sia per noi che per l’ambiente.

Qual è la differenza tra economia lineare e circolare?

Abbiamo parlato di economie basate su schemi di produzione-consumo-smaltimento. Questi tipi di economie sono definite “lineari”, ossia dei sistemi fondati sull’estrazione e sullo sfruttamento delle risorse per produrre beni che verranno utilizzati dai consumatori, per poi finire direttamente nell’immondizia e, da lì, in discarica.

Come è facile immaginare, quello “lineare” è un sistema palesemente dannoso per l’ambiente.

Al contrario, l’economia circolare mira a ridurre sia lo sfruttamento delle risorse che gli sprechi e la produzione di rifiuti, e – come puoi vedere nello schema in basso – per farlo punta al riciclo e al riutilizzo di prodotti e materie prime.

economia circolare e lineare
Fonte: iStock

Quali sono i 5 principi dell’economia circolare?

Come spesso accade quando si parla di sostenibilità applicata alla vita quotidiana, anche nel caso della circular economy è possibile delineare delle linee guida, dei principi che traccino la strada da percorrere per rendere la nostra economia effettivamente “circolare” e autorigenerante.

Affinché ciò possa accadere bisogna pensare a un sistema fondato sulla condivisione delle risorse, sul riutilizzo, sul ricondizionamento e riciclo dei materiali. In quest’ottica, i principi dell’economia circolare possono essere riassunti come segue:

Risorse sostenibili

Si mira all’impiego di materie prime rinnovabili, biodegradabili, riciclabili e riciclate, che al termine del ciclo di vita dei prodotti potrebbero essere utilizzate più e più volte in nuovi cicli produttivi.

Prodotto come servizio

In base al principio “Product as a service“, anziché vendere dei beni, le aziende potrebbero incentivare il servizio d’uso di un determinato prodotto da parte di più utenti.

Condivisione

Riagganciandoci al punto precedente, attraverso piattaforme di condivisione tra proprietari e utenti, si potrebbero ottimizzare i costi di beni e servizi. Per fare un esempio, anziché acquistare un’auto che rimarrebbe parcheggiata per l’80% del tempo, potremmo optare per un ben più proficuo e sostenibile sistema di car sharing.

Prolungamento della vita utile

Sapevi che i prodotti che acquistiamo hanno una sorta di “data di scadenza“? Non ci riferiamo a bevande ed alimenti, ma a prodotti come telefoni, Tv e computer. Questi hanno una “vita media” praticamente prestabilita.

Si tratta di un fenomeno chiamato “obsolescenza programmata dei prodotti”, una strategia messa in atto dalle aziende, che fa parte del modello economico lineare, non più sostenibile né tollerabile.

Il quarto principio dell’economia circolare sprona dunque a produrre prodotti che siano destinati a durare nel tempo, prevedendo possibilità di aggiornamenti, riparazioni e rigenerazione degli stessi.

Nuovi cicli di vita dei prodotti

È auspicabile un sistema economico volto a preservare il valore di un bene anche al termine del suo ciclo vitale, mediante sistemi di riutilizzo, ricondizionamento, rigenerazione e upcycling.

In questo modo, non solo si darà il giusto valore alle risorse, ma si ridurrà anche la produzione di rifiuti.

Importanza e vantaggi della Circular economy

manifestazione ambientalista
Fonte: Pixabay

Tirando le somme, l’economia circolare sembra essere la strada giusta da percorrere per rendere la nostra società davvero sostenibile.

In un mondo in cui le risorse sono sempre più limitate e la popolazione globale aumenta a dismisura, quel che è chiaro a tutti è che abbiamo poco tempo. In questo scenario, si rende imperativo un cambio di mindset nella gestione delle risorse.

Riutilizzare, riciclare, ricondizionare e dare il giusto valore anche agli oggetti di uso più comune è essenziale per tutelare l’ambiente e limitare la perdita di biodiversità, la distruzione di habitat naturali e il peso che la specie umana esercita sul pianeta.

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